12 I MONUMENTI VENETI DELL’lSOLA DI CRETA E, ben riconoscendo come l’odio e l’avversione dell’ elemento indigeno contro la religione cattolica si concentrasse specialmente nella negazione della pretesa supremazia universale del pontefice, ebbe sempre sollecita e prudente cura di vincere una tale ripugnanza, col mantenere — almeno apparentemente — occultata l’influenza di Roma di fronte alla popolazione greca. E molte e tenaci lotte sostenne contro i vescovi troppo zelanti, che, ligi agli ordini del papa od eccedendo nella loro interpretazione, commettevano atti inconsulti di inframmettenza, fomentando lo scontento e suscitando sconvolgimenti e sommosse (l). Laonde, applicando altresì nei rapporti coll’elemento isolano quello stesso buon senso, Venezia giudicava doversi tollerare nel regno qualunque credenza religiosa, fin tanto che questa non avesse costituito scandalo o pericolo publico, o non avesse degenerato in opera di propaganda contraria alla religione della Dominante. Soltanto che avessero prestata una sottomissione puramente formale al pontefice ed alla religione cattolica(2) (sommissione la quale permettesse di conside- chiv des Herzogs von Kandia in Venedig. Strassburg, 1889, pag. 23). Quanto ai possedimenti in Creta del patriarcato costantinopolitano, dei quali è frequente menzione nel Catasticum, si veda pure F. C araiìkllese: Un documento veneziano cretese a Troja (Rassegna Pugliese, anno XVII). (') Raccolta di pastorali e di editti vescovili, tradotti talvolta anche in greco, per il clero di ambedue i riti, si trovano ad esempio in V. A. S.: Consultori in jure, CCCCLXXXII; Procurala de stipra, CXLII ; e V. M. C. : A/s. Morosini, CXVI. — Ricordiamo, fra le tante, una pastorale dell' ultimo arcivescovo, Giovanni Vitturi, con cui obbliga i preti greci a celebrare la messa ogni domenica, minacciando la sospensione a divinis in caso di trasgressione; ingiunge di far precedere al matrimonio le regolari pubblicazioni ; comanda ai fedeli di accostarsi alla comunione almeno una volta all’ anno; e di tenere nelle proprie case una sacra imagine; ecc. ecc. fr?'(J) Moltissimi sono gli esempi di tali soggezioni, sulla cui portata nessuno però si illudeva. Obbligati a pregare pubblicamente per il pontefice e per i vescovi latini (F. Cornelius : Creta cit., voi II, pag. 30 e segg. — Vedansi pure le lamentele del vescovo di Canea per trasgressione a tale obbligo in V. A. S.: Senato Mar, LV, 155: 11 agosto 1595); tenuti ad intervenire alle processioni dei cattolici ogni martedì ed in altre feste dell’anno (Cfr. a questo riguardo il documento del 15 aprile 1515 in V. A. S.: Procuratìa de supra, CXLII); i papàs greci non si peritavano all’uopo di far esplicita dichiarazione di cattolicismo, come quel prete che nel 1312 aveva chiesto al vescovo di Ario licenza di edificare una chiesa nei borghi di Candia “ in honorem Dei palris omnipotentis... atque sancte romane ecclesie (Catasticum ecclesiartim cit.). — Si veda pure quanto diremo più avanti (pag. 65), a proposito della sottomissione al papa dei vescovi tollerati dalla repubblica veneta nei primi anni del proprio dominio. Il cardinale Bessarione aveva provveduto ad un lascito di 300 ducati annui per sedici preti cretesi “ che facessino professione della fede catholica „ : e l’esito si fu che si trovarono sempre numerosi concorrenti, “ ma in effetto nè sano essi quello che sia fede catholica, nè vi è alcuno di loro che meriti li danari „ (V. A. S: Relazioni, LXXXVIII : relazione del Fosca-rini, più volte già citata). Non è privo di interesse a questo proposito quanto è detto dal pellegrino Felice Schmidt, che visitò Creta verso la fine del quattrocento:“ Vidi in eadem ecclesia (dei Basiliani Sinaiti di Candia) eliam bullam papalem, in qua indulgentiae danturporrigentibus ma-nus adiutrices illi monasterio: et apud me satis mirabile est, quod decimae et indulgeuliae dentur personis non catholicis: notimi est enim... quod monachi illi non subsunt romanae ecclesiae, nisi fwgant se propter lucrimi subesse (F. Faber: Evagatorium in Terrae San-clae peregrinalionem. Stuttgardiae, 1849, voi. Ili, p. 282).