10 I MONUMENTI VENETI DELL* ISOLA DI CRETA e a Candia nell’ oratorio greco di S. Nicolò Solanense il duca Gerolamo Lip-pomano erigeva un altare latino (1), e in quello, pure greco, di S. Giacomo officiava un cappellano cattolico, sotto l’imagine della Vergine colà recata da Te-nedo da Polacco Querini(2) ; e, stabilitosi che le feste mobili come le immobili venissero solennizzate secondo le date del calendario giuliano, anziché in base alla riforma gregoriana(3), il clero ed i fedeli latini non disdegnarono di unirsi ai Greci nelle processioni e di accompagnarsi a loro fin dentro le chiese scismatiche <4), nonché di statuire che, specialmente nella quaresima, fosse nei templi cattolici predicato anche in greco, a comodo di chi ignorava il latino e l’italiano (5). In ricambio di tanta accondiscendenza, assicura il provveditore Foscarini, che i Cretesi “ aboriscono tanto Franchi per rispetto di religione, che non tengono manco profana la pratica loro che quella de’ Turchi o di Hebrei; et se alcuna volta nelle loro chiese è stato detta messa latina, hanno avuto quelle chiese per scomunicate et non V hanno officiate, se prima non le hanno lavate et non le hanno di nuovo consecrate „ <6). Specialmente fanatici per questo riguardo erano i profughi malvasiotti, rifugiati a Canea e benevolmente accolti dal veneto governo, i quali, per l’intemperanza delle idee religiose professate, più volte ebbero occasione di suscitare gravi turbolenze e tumulti fra Greci e Latini. Ciò non pertanto la rivalità fra i due culti, se ebbe periodi di eccezionale tensione, attraversò anche epoche più tranquille e pacifiche: a seconda delle vicende nella lunga controversia agitatasi nella cristianità per la pacificazione o per la separazione delle due chiese, a seconda della maggiore o minore arrendevolezza di chi sedeva papa a Roma o patriarca a Costantinopoli, a seconda infine dei più o meno saggi provvedimenti dell’episcopato latino o del governo veneto in Creta in riguardo alle speciali condizioni dell’isola. In contrapposto alla tenace opposizione ed alla inveterata odiosità del clero scismatico, si ebbero così esempi di una più mite condiscendenza dell’elemento greco verso i tentativi di un’intesa colla popolazione dominante. E si videro dano come alla Fraskjà (Malvesin) “ in una chiesa di un Calogero udissimo la messa del cappellano nostro „ (Z. Pagani : Viaggio di Domenico Trevisan. Venezia, 1875, pag. 53); un graffito del convento di Fanero-m 'eni (Sitia) pare accennare ad altro fatto del genere; ed altri esempi ancora più tardi non è difficile riscontrare. (') V. C0R0NKI.1.1: Isolano veneto. Venetia, 1696, voi. I, pag. 2IH. (*) Ibidem. (3) F. Cornelius: Creta cit, voi. II, pag. 30. (4) Ibidem, pag. 31. (5) Ibidem, pag. 30. (°) V. A. S.: Relazioni, LXXVIII.