96 I MONUMENTI VENETI DELL’lSOLA DI CRETA si denominava già da S. Giovanni, ma che recentemente fu dedicata ai Ss. Apo-stoli. E estremamente piccola, modesta e rozza. Il vano centrale, di pianta quadrata, è coperto di cupola, la quale esternamente apparisce appoggiata su tamburo, coronato da una fila di piccole nicchie. Lateralmente a tale vano si stendono due minuscoli locali ad abside, che per di fuori si sviluppano a pianta poligonale, e sono coperti di piccole cupole senza tamburo. Sul davanti invece ed in continuazione del vano di mezzo, si protendono due navatine, le quali comunicano con esso per mezzo, rispettivamente, di un’ arcata e di un arco più piccolo, praticato nella parete divisoria. Sono coperte di volta a botte, l’una parallela all’altra; ma al di fuori appaiono invece due cupoline oblunghe. L’abside è semplicemente ricavata a nicchia nello spessore del muro di levante. Le muraglie esterne sono in qualche parte ravvivate da arcatelle cieche. Fuori della chiesa sta un logoro capitello corinzio. Opera del rimaneggiamento moderno sono la porta, l’arcata fra il primo vano e quello centrale — che da un lato si attacca alla parete, dall’altro posa sopra un pilastro —, e il generale imbianchimento, che fini di deturpare la chiesuola. Ad Apàno Episkopì la chiesa, dedicata a S. Maria, S. Giorgio e S. Giovanni, in origine doveva essere di schema bizantino. Di essa si riconoscono i resti all’ esterno della facciata, ed all’ interno nei muri di settentrione e di mezzodì : le solite arcatelle cieche, cioè, indicanti la foggia bizantina. La forma della chiesa attuale, con navata centrale più alta e laterali più basse e strette, sembra una riduzione della primitiva costruzione bizantina a tre navate longitudinali, attraversate da una quarta, con cupola all’incontro e forse con nartece sul davanti. E non solo la larghezza totale della chiesa odierna sembra corrispondere a quella del tempio originale, ma anche la divisione stessa delle navate risale presumibilmente alle antiche linee (1). (J) Un dispaccio dell’8 febbraio 1629 (V. A. S.: Dispacci dei rellori da Candia) ricorda come nel 1566 FIG. 59 — PIANTA DELLA CATTEDRALE DEL VESCOVADO SUPERIORE DI S1TÌA.