SAN MARCO DI CANDIA 21 il Senato deliberava, il 18 novembre 1600, che, in vista delle spese effettuate “ per occasion della riparation fatta ultimamente dal duca nostro di Candia della chiesa di S. Marco di quella città et della loggia publica insieme a quella congiunta, per il ruinoso stato in che si ritrovavano per causa del teremoto il primicerio dovesse venir rimborsato dei danari tolti agli affitti della chiesa, provvedendosi invece a quella spesa coi fondi delle decime (l). Cure sprecate. Il 5 febbraio 1625 Pietro Abramo, proto dei marangoni, e Manea Venetando, proto dei muratori, tornavano a visitare l’infelice chiesa, “ la parte verso tramontana da un capo all' altro, così il travato come li muri minacciando evidentissimo pericolo di rovina: che se tosto non sarà acconciata et fortificata, di breve sarà rovinata essa chiesa Di fronte alle quali constatazioni, il capitano generale disponeva che la fabbrica venisse riparata coi denari delle affittanze della chiesa stessa(3). Manco dirlo ; il primicerio cominciò di bel nuovo a strillare. Ed il duca Leonardo Foscolo ricorse per consiglio a Venezia (3); finché nel 1627 i guasti erano tanto avanzati, che il nuovo duca Marco Gradenigo assicurava ritrovarsi la chiesa “ in stato pessimo: per tutto il colmo piove sino sopra l’altare del Santissimo Sacramento...; la fabbrica minaccia per tutto mina „(J). Non cessarono le sventure alla caduta del veneto dominio. Chè, trasformato il tempio in moschea e concesso a Defterdar Achmet Pascià