LA PITTURA 333 19. Ibidem. — Località Kavcilarjanà, chiesa di S. Michele — 1328: pittore Giovanni Pagomeno. (Tavola 10, n.° 4 e 3). Il numero dei committenti è complessivamente di ben quattordici, raggruppati in due schiere entro le due arcate cieche delle pareti maggiori. A mezzogiorno è dipinta da prima una donna, col noto abbigliamento e con neri orecchini. Il seguente, Demetrio, dalla scura barba, è avvolto in una veste talare, inquartata di rosso e di bianco, donde sporgono i calzoni neri e parte della bianca sottoveste. L’altra donna ha il solito vestito. Niceta Si-dero porta una veste talare simile a quella di Demetrio, ma fasciata di marrone e di bianco, e con rossa la sottoveste. La tunica di Emanuele Melissurgo è sbarrata di nero e di bianco; e bianche le maniche della sottoveste. La sesta, gracile bambina dai fulvi capelli, veste di bianco con neri bottoni ; ed ha bianchi gli orecchini. E l’ultima indossa il consueto costume muliebre. — Nell’opposta parete sono dipinti i membri della famiglia Cozzi. Giorgio, imberbe, veste come Demetrio già descritto. La ragazza che segue, manca di manto e mostra libera la chioma. Anna, certamente la madre, ricomparisce invece coll’abito al completo. Il piccolo Emanuele veste come la bambina della opposta parete. Teotochi, di nuovo con barba, ha lunga tunica rossa, e sottoveste bianca. Teodoro e Michele rassomigliano del tutto a Giorgio. — Tutti sono raffigurati in devoto atteggiamento ; i due bambini colle braccia incrociate sul petto. 20. Ibidem. — Località Anisaràkji, chiesa di S. Anna. Dei nove fondatori, due coppie si trovano ai lati della porta. Quelli a destra sono Michele Petro e sua moglie, in un giardino, offerenti la chiesa. Della prima si vede appena il pendente di una manica; il marito invece, dal volto assai sciupato, indossa abito verde cupo che gli giunge sino alle ginocchia, con bianchi bottoni, mentre sono violetti i calzari e la mantellina buttata sulla spalla sinistra : è privo di cintura e ha scoperto il capo. Al di là della porta seguono Giorgio Petro colla moglie, la quale veste di bianco, con bianchi veli in testa, e col manto scarlatto munito di fibbia d’oro; laddove il consorte, nero di occhi, fulvo di barba, è stretto in una giubba, ed in un paio di calzoncini che scendono fino al ginocchio, tinti di verde; e di bel nuovo ha violacea la mantellina, come le calze. — Nella parete settentrionale il piccolo e biondo Nicolò veste un abitino bianco, listato di rosso, con bottoni bianchi, cintura nera e calze violette. — A sud invece, il primo devoto, dalla barba castagna, indossa pure la tunica fasciata di bianco e di rosso, donde emergono le calze nere. — Dei tre ultimi offerenti, Basilio Petro, dagli occhi neri e dai capelli castagni, veste abito aranciato scuro, con bassa cintura gialla, cui è assicurato un largo pugnale nero a borchie argentate. La donna conserva l’abituale costume e le bende in capo : nella fibbia del mantello figurano due aquile. Il prete Giovanni finalmente è raffigurato nel solito felonio di rito ; e regge la chiesa insieme colla moglie. 21. Kàto Fióri (Seiino). — Chiesa di S. Giorgio — 1497. (Tavola 10, n.° 1). Il fondatore, Starnati Florioti, è rappresentato a destra della porta. Veste di azzurro cenerognolo, con bordura gialla alle maniche, bottoni neri, cintura bianca, berretto bigio e nero, e mantello rosso. 22. Rodhovàni (Seiino). — Località Kalomìri, chiesa di S. Maria. (Tavola g, n.° 4). Nella parete di settentrione sono disegnati i coniugi Giorgio e Moscanna Candanoleo. 11 primo, reggente la chiesa, in lunga tunica marrone, donde sporgono bianche maniche, ha pure bianca la piccola cuffia. La seconda, col costume bianco ed il mantello rosso, tiene raccolti i capelli entro una reticella. 43