LE CATTEDRALI VESCOVILI 65 greco, il quale reggeva quella diocesi durante l’epoca bizantina, desiderando il possedimento di un certo villaggio, mandò il proprio padre a Costantinopoli dall’ imperatore, onde ottenerlo : e lo ebbe di fatti non solo, ma lo conservò per tutta la vita, fino ai tempi del duca Bartolomeo Gradenigo, il quale venne a Creta nel 1234. Però non devesi dedurne che tanto il vescovo di Chirone, quanto l’altro vescovo greco che Venezia mantenne nella propria sede, probabilmente fino alla loro morte (l), fossero indipendenti dall’autorità pontificia. Tanto è vero che già nel 1223, come vedremo, troviamo una bolla papale diretta altresì al vescovo di Chirone medesimo. In conclusione, appena impadronitisi dell’ isola, pur ammettendo pienamente la divisione in diocesi quivi stabilita fin da prima, i Veneti si affrettarono a coprire con prelati latini tutte le sedi rimaste vacanti e altresì le due donde essi stessi avevano rimosso i vescovi che le occupavano ; e si appagarono di esigere atto di sottomissione più o meno formale alla chiesa romana dagli altri due vescovi greci cui, fino alla morte, fu concesso il godimento dell’ antica sede. Con ciò si spiega come, già nel documento del settembre 1211, si ingiunga ai coloni veneti trasmigrati a Creta di far cantare le laudi in onore del doge, quattro volte l’anno“ in archiepiscopatu et episcopatibus('\ Poco dopo, nel 1212, si nomina già un vescovo di Milopotamo(3) ; nel 1219 si ricorda quello di S. Mi-rone (incorporato tosto con Candia) <4), ed un canonico di Gerapetra<5); nel 1224 si menzionano il vescovo di Chirone ed esplicitamente quello di Gerapetra (6); nel 1225 quelli di Ario e di Sitìa (7) ; nel 1268 il decano di Arcadia<8); nel 1287 il vescovo di Calamona w ; e nel seguente secolo anche i vescovi di Agià e di Chissamo, nonché specificatamente quello di Arcadia. Che se già nel 1212 si parla di un vescovo di Milopotamo, sin da allora per lo meno è d’uopo ritenere esistesse stabilita ed organizzata la completa di- Cl Che dopo la morte del vescovo Chironense, di leremo, che Alessio Calergi domandava in tale anno cui diciamo, il vescovado fosse di bel nuovo caduto che agli indigeni fosse concesso un vescovo del loro in mano di vescovi greci, ci sembra poco probabile: rito, da insediarsi nella diocesi vacante di Ario. i nomi dei vescovi di Chirone del secolo XIII ap- (*) F. Cornelius: Creta cit., voi. II, pag. 229. partengono al calendario latino. — Nella migliore (J) Ìbidem, voi. Il, pag. 174. ipotesi, uno dei due vescovadi tollerati dai Veneti (4) P. Pressutti : Regesta Hoiioriipapae III. Romae, potrebbe essersi conservato in mano dei Greci fino 1888, n. 1919. ai tempi di quel Niceforo, che, regolarmente ordi- (5) Ibidem, n. 1950. nato vescovo greco in Creta, fu però più tardi co- (G) Ìbidem, n. 5000. stretto ad esulare a Costantinopoli, dove lo troviamo (7) Ibidem, n. 5765 e 5780. — F. Cornelius: Creta nel 1303. (Vedasi pag. 109), — Che del resto per lo cit., voi. II, pag. 122. meno nel 1299 in Creta non esistessero vescovi di rito (8) Catasticum ecclesiarum cit. greco, è provato dalla circostanza, di cui pure ri par- (9) F. Cornelius : Creta cit., voi. II, pag. 141.