LIBRO UNDECIMO. 587 livellino, che fi conofceva quafi perduto neH’itteflò tempo, 1669 che venifle aflalito . Sollecitavafi pertanto il lavoro del taglio maggiore , che ferrava dal Panigrà fin’al mare con un baftione nel mezzo, e s’allargava con due cortine , che in una faccia del baftione finivano . Tutto fondavafi fopra il fatto, e portavano di lontano gli operarii la terra, Mudandovi le ciurme di jLorenzo Cornaro, Luigi Magno, e Giorgio Benzoni,, che al lavoro affiftevano; e iòpra l’opera fletta ri-mafe ferito Giacomo Contarmi Duca di Candia in un braccio così gravemente, che fu neceflìtà fepararlo,. I Turchi attaccati alla piazza baila dell’ orecchione di Sant’Andrea , pcn-favano penetrando nella cortina di cogliere il taglio alle (palle ; ma eccitati i difènfori da tanto pericolo, li diicacciaro-no fortendo, e ftabilirono un loro alloggiamento, dove prima lo teneva il nemico. Vi piantarono in oltre un bonetto, che fù difefo più giorni, ma infine perduto, fecero volar i’ orecchione lafciato in piedi da’Turchi , perche internandoli nel Tettante, li cuopriva dall’offefe de’fianchi vicini. Giunti finalmente i nemici ben coperti ., e ficuri, non ottante qual-fifia refiftenza fopra l’alto di quel combattuto baftione , vi piantarono una batteria , e perche fù fubito da una mina fcon-volta, la rimifero prettamente. Anche alla Scozzefe fi vedevano avanzati all’attacco della prima ritirata , quando dato fuoco ad altra mina di quindici mila libbre di polvere, Tettarono conquaflate le loro fatiche. Morì al fianco del Capitan Generale colpito di bomba Pietro Querini peritiflìmo di tali lavori . Antonio Canale Governator di galea fù gravemente ferito. Il Pini troppo fpeifo dalla Sabionara fortendo, trovò il fin della vita . In tale ftato di cofe alla metà di Giugno poteva dirfi giunto 1’ aifedio a queU’ eftremo perico- lo, da cui l’ultimo fine, & il delfino pendeva. Gli attediati afflitti, ftavano tuttavia intrepidi, & attaccati per così dire co’denti alla difefa, per la fperanza dcH’attefo, e fofpi-rato foccorfo. Il Vifir trà il timor, e lo fdegno fremeva per dubbio, che gli fuife levato di mano la preda, e rinforzato da numerofe militie, che venivano d’ ogni parte , ftringeva con rabbiofo furore la piazza. Il Capitan Bafsà pattato con quarantotto galee in Canea, lafciatele difarmate in quel porto,.