LIBRO SETTIMO. 377 offici! ; ma per l’iftanze lafciò cader appena qualche cenno 1657 di non ben certa fperanza , di poter coll’humiliar i corfari di Barbaria porger alla Republica non ifprezzabil foccorfo . Di maggior attentione riufciva l’efpeditione in Mofcovia di Alberto Vimina per aprire la porta a più folenne miffione, quando icuopriiTe l'animo del Gran Duca , inclinato alla n rimi™ guerra. E quel Principe potentiffimo per ampiezza di Stati, per numero di popoli, per ricchezze, e per armi j. fopra tut-to per l’affoluto Dominio , con cui ufurpando per sè ogni Duc/d'ì cofa, laCciache i Nobili vivano nell’ignominia, & i plebei M°f‘ovia' li pafcano di miferie . Lo trovò il Vimina in età giovanile con elatie non meno cupi penfieri, che fecondati da pro-fperi eventi, lo innalzavano a gran difegni, e contra i Tartari, e contra i Turchi. Non volle però il Gran Duca, involto nella guerra di Polonia, e in gelofie con gli Svedefi, vederlo ; ma gli aifegnò Deputati , honorevolmente trattandolo , e volentieri udendo i progredì dell’ armi de’ Venctia- v Gfan ni 3 ma non fidandoli per il genio fofpettofo di quella na- Duca di tione di ciò, che il Vimina decorreva, dettino un fuoAm-bafciatore alle Corti di Europa per faperne le inclinationi , fpiart lo ¡1 tifi le forze r e gli comandò di paflar a Venetia y & oflervare lo Stato della Republica con particolar’ attentione. Giovano- di vitz Cremonodan coftui fi chiamava, huomo di buon difcor- vit^y che gl* io y ma obligato dalle fue commiffioni, folo a generali efpref-fioni della buona volontà , che il fuo' Signore teneva d’im- stnatc. piegarfi opportunamente nel fervitio comune. Accolto fù dal Senato magnificamente, e rimandato con ricchi regali, e con lettere officiofe, e d’invito al Gran Duca . Ma difficile ef-fendo con Principi sì remoti conciliar confidenza, ò concertare foccorli , fi rivolgevano al Pontefice continuamente gli occhi, e l’iftanze della Republica. Reipirata Roma dai morbo , egli fcufava la povertà dell’ erario, aggravato ò per T avaritia d’alcuni, ò per le profufioni d’altri de’fuoi prede-ceiTori, dJ iramenfa fomma debiti, e proponeva mezzi difficili , e lenti. Finalmente non volendo dare del proprio, lafciò indurii a quei partiti, co’ quali 1’ autorità Pontificia concedendo l’altrui può difender sè fletta, la Religione , e lo Stato. Dichiarò dunque' di fupprimere i due ordini de’Croci-