302 I MONUMENTI VENETI DELL’lSOLA DI CRETA si riesca a riconoscere la causa di un sì improvviso mutamento. Gli ultimi affreschi datati portano l’indicazione dell’anno 1523 nella chiesa di S. Veneranda a Siro (Sitla). — Dopo di allora invano si cercherebbero per tutta quanta l’isola altre chiesuole le cui mura fossero ravvivate da dipinti(1). Oltre quella però ad affresco si era intanto sviluppata anche la pittura a tempera, la quale doveva spargere, così per le chiese stesse — sugli eixovocrrósia e sui npotjxwiìT/xpia —, come per le case private, quella miriade di iconi, dipinte su tavola, che vanno considerate come la più nota forse tra le produzioni artistiche bizantine. Fissare l’epoca precisa della sua introduzione in Creta riesce diffìcile, anche per il fatto che troppo scarse opere ci restano dell’età più remota. Ad ogni modo poi conviene usare la massima cautela nel risalire a secoli troppo lontani. Che se la stessa credenza popolare che riferisce al buon Costantino ed alla sua santa madre quelle che possono sembrare le più antiche fra le chiese affrescate dell’isola, la stessa credenza riporta — al solito — al pennello di S. Luca le più vecchie imagini che le capitino sotto mano, non per questo fig. 371 — la MEsopANDiTisA, uà è lecito seguire la volgare opinione sulla via pe- DA UNA VECCHIA STAMPA (VENEZIA, . , MUSEO CIVICO, RACCOLTA GHERRO, IiCOlOSa. F- n- 425)- Fama di antichissima fra tutte godeva in Creta la miracolosa imagine della Mesopanditisa, venerata nella cattedrale di Candia. Fin dal 1397 si ha memoria di disordini suscitati dal protopapa greco a proposito del diritto di “ extrahere anconam in qua est pietà ymago beate Marie Virginis, die qua fit processio „(2). E di simili processioni della taumaturga imagine abbondano le testimonianze per tutta l’età successiva. Prediletta fra tutte dal popolo, arricchita di doni preziosi dalla pietà dei latini come (■) Quelli di S. Giorgio di Vòila (Sitia), colla data del 1560, non meritano il nome di veri e propri affreschi. — La chiesuola di S. Giorgio presso Me-ghàli Episkopì (Retimo), reca scolpita sull’ architrave della porta un'iscrizione del 1601, la quale comincia colle parole : óvutrropr,vìn ò brio? xai TràvasTrros- vaò? oùtot etc. ; ma è certo un equivoco dell’inesperto epigra- fista o lapicida, perchè l’oratorio non conserva traccia alcuna di pitture. — Potrebbe darsi invece che al secolo XVII appartenessero gli affreschi di aspetto assai tardo, dipinti nella chiesa di S. Maria a Vatès (Milopotamo), la cui porta reca la data del 1624. (2) V. A. S. : Senato Mar, XXXVI, 80.