l’architettura e LA SCULTURA 195 struggendo grande numero degli antichi templi, obbligò i fedeli a provvedere affrettatamente alla loro riedificazione, diminuendone la mole, onde garantirli dai futuri pericoli, e limitandone lo sfarzo, in ossequio alle misere condizioni del momento. D’allora in poi lo schema bizantino fu abbandonato quasi del tutto; onde sporadicamente soltanto lo si incontra più tardi nell’isola. Tutt’al più si volle conservare un pallido ricordo delle antiche forme, col piantare la cupola anche sulle chiese di altra foggia, affinchè non andasse perduto affatto quello spiccato carattere di grecità, che in qualche guisa parve formare il contrapposto coi turriti campanili delle chiese latine. Solo nel secolo XVII, migliorate le sorti del regno e rabboniti i rapporti fra i due elementi rivali, si nota uno spiccato ritorno alle vecchie tradizioni, il quale — per merito specialmente dei più ricchi monasteri cretesi — dà origine ad un ciclo ben determinato di chiese, dove il ritorno allo schema bizantino dominato dalla cupola mediana non toglie però ogni originalità alle nuove chiese e non impedisce che, applicando importanti riforme, esse rivestano un carattere di freschezza tutto particolare. Nel frattempo, fin dal secolo XIII almeno, si era venuto parallelamente sviluppando in Creta un altro sistema di costruzioni, basate sul principio assai più semplice di un’unica navata coperta di volta. Ed esso aveva incontrato tale favore e tale diffusione, che, anche nei casi in cui si potè ripensare ad un maggior ampliamento e ad una più ricca decorazione delle nuove chiese, parve ottimo consiglio quello di accrescere il numero di tali navate, accostandole in più foggie le une alle altre, in un aggruppamento a cui non mancò talvolta il pregio della misura e dell’armonia: mentre d’altro canto la abbondante copia dei nuovi elementi decorativi offerti all’imitazione dell’artefice cretese dall’arte gotica da prima, e — pur sempre insieme con essa — dal rinascimento ed anche dal barocco più tardi, valse a suggerire il ripiego di provvedere al decoro del tempio, affastellando intorno alle modeste sue forme una ricca decorazione di membra e di dettagli, applicata con gusti affatto originali e che — malgrado il cozzo stridente di linee e di forme diverse — dimostrò talvolta una innegabile grazia e genialità Accennato in tal modo sommariamente allo sviluppo costruttivo delle chiese cretesi nella lunga epoca che decorre dalla riconquista bizantina alla caduta del-P isola in mano al turco, è d’ uopo che analizziamo un po’ più da vicino il tecnicismo di quelle forme.