38 I MONUMENTI VENETI DELL’lSOLA DI CRETA chio. Sono formate da un monolito rettangolare di tufo. La meglio conservata delle due, misura m. 2.20 di lunghezza, 0.80 di larghezza e 0.65 di altezza: il cadavere in essa collocato aveva la testa adagiata ad occidente. Altra grande tomba in marmo (lunga m. 2.18 — 2.22; larga m. 0.80 — 0.88; alta m. 0.68), venne scoperta verso 1’ abside opposta. Moltissime poi le sepolture di epoche più recenti. Determinare l’epoca a cui il tempio di S. Tito si deve ascrivere, è cosa ben ardua ed incerta. Il tipo ed il sistema di costruzione non presenta alcuna analogia cogli altri monumenti cretesi. Alcune somiglianze di schema con alcune chiese della Grecia o dell’ Oriente (l), che il nostro S. Tito sembra precorrere, sono troppo fallaci, da doversene fondare sicuri criteri di giudizio, mentre le analogie di forme possono credersi occasionali o essere state trasmesse per lunga via di derivazione : in ogni modo non costituiscono sufficente indizio, trattandosi di monumenti appartenenti a paesi troppo diversi fra loro. L’ornamentazione è troppo scarsa e modesta, da poter formare argomento di prova ; e di tutti gli altri frammenti decorativi è tanto incerta la provenienza, che essi non possono servire alla risoluzione del problema. Nè meglio giovano le epigrafi cristiane rinvenute colà od in altre parti del territorio Gortynio, compresa quella che, già murata nelle pareti del tempio, ma ora scomparsa, ignoriamo tuttavia se in quel sito si trovasse fin dalla origine <2). La tradizione pretende che nel tempio fosse sepolto il corpo dell’ apostolo Tito(3), il cui capo sarebbe stato tuttavia trasportato a Candia insieme colla sede arcivescovile (4>. Ma il fatto, anche se vero, nulla dimostra di positivo, una volta che le reliquie del primo vescovo cretese potevano benissimo essere state deposte nel tempio omonimo di Gortyna, dopo esservi state trasportate d’altronde. Sappiamo pure di una tradizione secondo la quale S. Nicone, verso la fine del secolo X, giunto a Gortyna, in un luogo “ ubi antiquissimi templi — quan-tum ex ruderibus coniicere erat — vestigia cernebantur „, in due anni di lavoro (') Si confronti a mo’ d’ esempio la pianta del mo- of archaeology). Norwood, 1897, pag. 175 seg.; 1898, nastero di Dhafnì, presso Atene, che tuttavia è del pag. 90. — 2. ’A. Hzvìouiiimr : XoiTTiavixai secolo X, e le altre affini di S. Nicodemo ad Atene, Kpóm?. (’AS-ovà, XV). ’ASóvdjtiv, 1903, pag. 125 segg. di S. Luca a Stiris in Focide e di S. Nicolò presso Qualche altra, tuttora inedita, sarà da noi pubblicata Skripu in Beozia (R. W. Schultz and S. H. Barn- nel prossimo volume. sley : The monastery of S. Lulie of Stiris in Phocis. (3) “ In eadem ecclesia — scrive il Buondelmonti — London, 1901). corpus Titi archiepiscopi est-, et quia iam omnia diete (2) Per tali iscrizioni si veda: E. Falkener: On ecclesie per terram apparent, reperiri non potest „ (Gii. thè antiquities of Candia (The Mitsetim of classical an- Bondelmontius : Descriptio cit., pag. 103). tiquities, II. London, 1852-53, pag. 279). — F. Halb- (4) F. Cornelius: Creta cit., voi. I, pag. 194. herr: Cretan expedition, III e X (American Journal