i667 Malti Cavalieri Ji Europa vanno vo-fantarj alla difefa di Candia. Il Capitan Generale approda a Candia . Oìfparith di opinioni degli officiali veneti nelle (Cnjulte . n Bit a arriva in Candia , con molti gala. 534 DELL’ HISTORIA VENETA lavori andavano più di novanta piedi iotto la contrafcar-pa. Ma i Turchi accodandoli all’opera del Panigrà, diedero principio a più calde fattioni, tentando con fornelli di {pianare i bonetti avanzati, e con aifalti occuparli, & all’ incontro i difenfori colf arti medetime contendevano loro i progredì . Vedevanil perciò volar in aria le genti, che il prepa-paravano d’andar all’ aifalto, e fottenrrando altre Squadre, fé trovavano {pianati i terreni, s’affacciavano loro altri nuovi ripari innalzati in momenti con pali, e con facchi, che riempiti di rerra formavano un’ altra difefa. Moiri bravi Officiali, &i migliori foldati morivano, nè valeva il ripartirti, ò cuo-prirfi; poiché dal fcno della terra fcoppiando fotto i piedi la morte, perivano indiftintamente i più va loro il, & i vili. Alla fama di così celebre affedio molti Cavalieri il moffero volontarii da ogni parte di Europa, e tra i più cofpicui furono il Baron Gultavo d’Urangel Svedefe, & il Cavalier d’ Arcourt Francefe, che ancor giovanetto , sbarcato con quaranta perfone di fuo feguito , diede faggi di eflremo coraggio, fin’ a tanto, che gravemente ferito in refta, convenne con difpiacer fuo ritirarti. In quello flato di cofe approdò il Capitan Generale per viiìtar la piazza, e concertar le offefe marittime con le difefe terreftri. Ma nelle confulte variarono al folito le opinioni, poiché il Barbaro inficine con altri fentiva, che non effendo la piazza in if-tato di temere gli affalti nemici, il Capitan Generale invigorendola di qualche inilitia, e di guaftadori , de’ quali teneva maggiore bifogno, andaffe a tentare coll’armata qualche nobil imprefa, ò divertifse i foccorfi , che confluivano al Campo ; imperoche efsendo indicibile il confumo delle provvifioni, riufcifse almeno di alcuna impedire a’Turchi il trafporto. All’incontro il Villa efagerando i pericoli, pale-fava il fuo defiderio, che il Capitan General fi fermafse. Altri perSuadevano, che , lafciate le galeazze non folo come legni d’ingombro , ma accioche le ciurme potettero travagliar ne’Iavori, col refto portandoli in Arcipelago, a’pafsaggi del Capitan Bafsà s’opponefse. Pendenti quelle conlulte giunfe il Bichi con le galee del Papa , e con le Malretì ( era General di quefte il Commendator del Bene ) poi ne foprag- giun- isll \ sug-x ¿SÉ*