LE CATTEDRALI VESCOVILI 99 A Canea venne trasferita la cattedrale del vescovado Agiense, il quale, mentre rappresentava la tradizione dell’ antica Kydonia, ritornava per tal modo all’ originaria sede del primo periodo bizantino. L’ epoca precisa di tale trasloco ci è ignota. Fin dal 1336 però troviamo memoria di un “ episcopus Agiensis de la Canea ,,(I) ; e più esplicitamente nel 1418 si nomina un “ episcopatus Agiensis civitatis Canee „(2) : il che vuol dire che la traslazione della sede Agiense nella città di Canea è già anteriore a quest’ età. A Retimo invece fu tramutato il vescovado di Calamona: il quale, fondato originariamente a Lappa, veniva così a terminare in una novella sede, più rispondente ai rinnovati bisogni dell’isola. Neppure di tale tramutamento è nota 1’ epoca precisa ; ma di bel nuovo fin dal 1445 il vescovo Calamonese viene chiamato promiscuamente “ episcopus Rethimi „(3). A Sitia finalmente fu trasferita la sede dell’ omonimo vescovado rurale, che dalla città stessa ripeteva, come vedemmo, assai probabilmente la sua origine. Il trasloco, merito del vescovo Gaspare Viviani, avvenne nel 1566 o pochissimo tempo prima (4). Quanto alla soppressione degli altri vescovadi, quello di S. Mirone, concesso già all’ arcivescovado di Candia da Pelagio vescovo di Albania, fu 1’ 11 marzo 1219 e poi di nuovo il 24 giugno 1253 unito per decreto pontificio alla sede arcivescovile (,). Ario fu abolito nel 1551, ed annesso al vescovado di Retimo(6). Gerapetra fu soppressa nel 1571, ed incorporata con Sitia<7). Chis-samo, come vedremo, nella seconda metà del secolo XVI fu convertito in vescovado greco, e poco dopo levato. Arcadia fu tolta nel 1604, ed unita a Miopotamo (8>; e Milopotamo a sua volta venne soppresso nel 1641, ed immedesimato con Retimo (9). Così all’invasione turca nell’ isola, il regno di Creta non possedeva più che 1618, il provveditore generale scriveva a Venezia, periodo bizantino, è possibile che l'annessione della insistendo perchè il vescovado fosse soppresso, e ve- diocesi di S. Mirone all’arcivescovado, data la vici- nissero istituite invece otto cappellanie nei singoli nanza dei luoghi e l’identità del territorio, avvenisse castelli del territorio (V. A. S.: Dispacci dei prov. fin dall’epoca greca, e che il papa altro non facesse da Candia). che sanzionare uno stato di cose ormai esistente. (s) F. Coxnelius: Creta cit., voi. II, pag. 150. — Cfr. però pag. 64. (2) Ibidem, voi. II, pag. 153. (8) F. Cornelius : Creta cit., voi. II, pag. 173. (s) Ibidem, voi. II, pag. 142. (7) Ibidem, voi. II, pag. 182. (') V. A. S. : Dispacci dei rettori da Candia: 8 feb- (8) Ibidem, voi. II, pag. 132. braio 1629. (9) Ibidem, voi. II, pag. 180. — Di altri mutamenti (5) P. Pressutti: Regesla Hottorii cit., n. 1919. — nei vescovadi cretesi, di cui è menzione nel Corner, E. Iìeroer : Les registres d'Innocent IV. Paris, 1897, ma che non ebbero carattere di stabilità, non ab- n. 6671. —Se veramente la malrapoli cretese fu tra- biano creduto necessario di tener conto, sferita da Gortyna a Candia già durante il seconda