da carico e d'ampio stivaggio, probabilmente derivato dalla classica ippagoge, che, a motivo di certi grossi sportelli, od usci, per l'imbarco, aprentisi sulla poppa, tozza ed arrotondat~, costituita da tre dritti o ruote, era chiamata usciere: capaci almeno d'un ce~tinaio di cavalli ciascuna, oltre le macchine da guerra ed a quant'altro serviva all'impresa. Poiche questa sappiamo essere stata la portata di quel famoso ", Paradisus Magnus" noleggiato nel 1270 a Pietro Doria per Il trasporto dello stesso Re Luigi, di cui, come di altre grandi navi da carico e da guerra, fanno fede numerosi documenti genovesì del tempo: mentre non sembra si debbano del tutto perder di vista neppure certe som­marie e minute delineazioni che compaiono nei margini del manoscritto ori­ginario, ora a Parigi, dei celebri Annali di Caffaro. Il tipo navale dEscritto sinteticamente, ma con sufficente approssimazione nei musaici marciani, va ricordato anche perche sembra quello che meglio de­:hnisce le caratteristiche piu frequenti del veliero mediterraneo :hno al trecento. Merita d'esser in particolare definito mediterraneo poiche tale nave da traffico, in genere attrezzata a tre alberi con vele latine, dallo scafo piuttosto basso ed allungato, risaltato solo per la curva accentuata della ruota di· prora, termi­nantecon un fastigio a palmetta, od acrostolio, di evidente derivazione classica e bizantina, incastellato segnatamente verso poppa, ma non ancor torreggiante e massiccio come si vedra piu tardi, ha evidenti affinita coi tipi piu frequenti d'altre genti mediterranee: segnatamente, con quelle orientali; come confer­mano, oltre molti termini comuni o derivati dall' arabo e restati nella nostra marineria, altre testimonianze. Ricordo, tra le piu attendibili, quella delinea­zione sintetica, ma convincente, d'un veliero a tre alberi, d'una di quelle cio­tole di provenienza orientale, da assegnarsi al XII secolo, che compare ­buona testimonianza pure di rapporti artistici e commerciali -tra gli elementi decorativi della chiesa di San Piero a Grado, presso Pisa. Di fronte alla quale raffigurazione rudimentale, ma d'un vigore espressivo d& mettersi in rapporto con quelle che compaiono nella ceramica greca, ben poco possono servire al caso nostro certe rappresentazioni del tutto approssimative, o addirittura con­venzionali, dove si vedono sommariamente de:hniti come semplici barchette a vela anche organismi navali ben piu complessi. Ingenua pretesa rappresen­tativa, di cui gli esempi sono ilUmerosi: da certi smalti della Pala d'oro di S. Marco, ai rilievi bronzei delle celebri porte della Cattedrale di Benevento,