GI.I ACCESSORI 359 FIG. 400 — * THRÒNOS (AMARl) — FRAMMENTI DELLA TOMBA CALERGI PROVENIENTI DALLA CHIESA DI S. GIOVANNI. (623). rettangolare, talvolta posavano direttamente sul suolo; tal altra invece erano sostenuti da modioncini di pietra infissi nelle pareti della chiesa. Tranne qualcuno del quattrocento, la più parte vanno assegnati ai secoli XVI e XVII : e non pochi fra essi, anche se i migliori andarono vandalicamente scomposti o distrutti, ci offrono un rimarchevole esempio di quanto sapeva produrre la scultura veneto-cretese, evidentemente imitata dai più nobili modelli dell’arte italiana, nel sagomare le belle linee del sarcofago e dell’arco ad esso sovrastante e nel decorare di ornati, di allegorie e di stemmi le sue pareti. Uno fra i più suntuosi ed i più antichi era certamente quello di Domenico Venier, scolpito e traforato di graziosi motivi ispirati al gotico veneziano, non senza accenni ai primi influssi del rinascimento, e come tale appartenente alla fine del secolo XV. Distrutto il mausoleo, i dispersi frammenti furono adattati sopra la porta della chiesa di S. Giovanni a Pròdhromos (Chissamo)(1). Ne resta un bell’arco, terminante con una testa di cane ; due rosoni ; due pezzi di cornice ; ed un frammento centrale collo stemma Venier, accostato da due leoni, ove il cartello contenente il nome dell’estinto è sorretto da putti adagiati sopra pavoni. Altrettanto fini ed eleganti dovevano essere due altri monumenti, dei quali del pari non ci restano che pochi ed infelici avanzi : l’uno era collocato fra due pilastri, nella chiesa di S. Giorgio a Kamarjòtis (Milopotamo) ; l’altro — del più glorioso cinquecento — adornava la chiesa di S. Maria e S. Fanurio ad Orthès (Milopotamo): e di esso resta ancora la placca centrale, collo stemma (*) Collez. fotogr, n. 428.