180 I MONUMENTI VENETI DELL’ISOLA DI CRETA derare quale indice di più remota antichità la predilezione per quello schema basilicale, che nelle terre dell’oriente come in quelle dell’occidente, segna uno stadio primitivo nello sviluppo dell’architettura religiosa, antecedentemente allo svolgersi delle costruzioni di tipo centrale. Di taluna fra simili antichissime basiliche si ebbe già ad accennare, quando si disse delle originarie chiese vescovili. Giova ora richiamare alla mente quella non lungi da Llltrò, la quale presenta rimarchevoli ana- la quale conserva tuttavia alcuni marmi spettanti al tempio più antico (T. A. B. Spratt : Travels cit., vol. II, pag. 22). Al capo Lèda (Nuovo), sede della classica Lebena, sono resti di un’altra chiesa, alla quale appartenevano alcune colonne che si trovano ivi presso (Ibidem, vol. I, pag. 353). — E nella località di Erimùpolis (Sitia), fra gli avanzi della antica Itanos, si vedono i resti di una chiesa, lunga 70 piedi e larga 50, tra le cui rovine va notato un frammento di epigrafe ed un monogramma di Cristo di strana foggia (Ibidem, vol. I, pag. 194 — F. Hai.b-herr : Grceck Christian inscriptions cit., pag. 459). Le rovine di questa e di altre chiese bizantine scavate ad Itanos dal Dr. Giuseppe Demargne, saranno da lui stesso pubblicate quanto prima nel Bulletin de correspondance hellénique. Oltre a ciò sono a vedersi i resti di chiese rinvenuti entro le antiche castella bizantine, di cui si è tenuta parola nel primo volume. Quella di S. Veneranda a Kjirjahosèìja (Bi-corna) era di notevoli proporzioni, a tre navate, ma con un’abside sola: ne restano pochissimi avanzi. * 3 KIG. 120 — PIANTA DELLA CHIESA DI S. MARIA, S. BIAGIO E S. TEODORO A * VISARI (AMARI).