I MONUMENTI VENETI DELL’lSOLA DI CRETA visione ecclesiastica del regno ; la quale, come si vede, in nulla differisce da quella preesistente nel secondo periodo bizantino (1). Flaminio Corner però, basato su prove non mancanti di valore, sostiene che un altro vescovado ancora va enumerato in Creta all’ epoca veneta, quello stesso vescovado di Candano (Kantanos), che pur sussisteva durante il primo periodo bizantino (2). Ed invero un vescovado “ Canticensis „ figura per primo in un catalogo delle diocesi cretesi, compilato intorno alla metà del secolo XIVcome un vescovo “ Canticensis „ è ricordato fra i destinatari di una bolla di Gregorio XI, del 1275, diretta al metropolita cretese ed agli altri vescovi dell’isola(4). Di più altra bolla del 21 agosto 1346 è indirizzata da Clemente VI all’arcivescovo di Candia, per avvertirlo della assunzione di un frate Francesco Rothwitz (5) al grado di vescovo Canticense, “ suffraganeum imm „<6) ; e lo stesso Francesco ricorre menzionato più volte dal 1349 al 1361 come “ dominus Fvanciscus, episcopus Canticensis „ e “ vices gerens, vicarius in spiritualibus generalis et suffraganeus domini Preczlai, episcopi Wratislaviensis „(7). Non v’ ha dubbio dunque che un vescovado Canticense ebbe ad esistere, e che esso appartenne ai vescovadi suffraganei, cioè dipendenti, dell’ arcivescovado Cretese, anche se i suoi vescovi poterono prestarsi come suffraganei (in questo caso cioè ausiliari) ai vescovi di Breslavia. (*) Tali notizie, a conferma delle quali stanno nu- sine onere facere remanere, Hbentius fecissent: sed fe- merosissimi documenti di epoca posteriore, sono ben cerunt quod potuerunt „ (Ibidem, voi. II, pag. 6 — più accertate e sicure che non quelle confuse e man- G. M. Thomas: Diplomaiarium venetum levantinum. chevoli forniteci da altre fonti indirette. Venetiis, 1880, pag. 79). In tal modo i vescovadi Degli antichi vescovadi cretesi all’epoca veneta, pos- cretesi nel 1299, compresa la metropoli, sarebbero sediamo due elenchi (A. e Schelstrate : Antiquitas stati ben tredici. Evidentemente però si tratta di una eccìesiae. Romae, 1697, voi. II, pag. 758 e 772 — svista: essi non erano che dieci. F. Cornelius: Creta cit., voi. II, pag. 104 segg. — (2) F. Cornelius: Creta cit., voi. II, pag. 105 e 168. Cfr. i codici vaticani 1253, 2923 e 3986), ambedue (3) A. e Schelstrate: Antiquitas cit., pag. 772. scorrettissimi, al punto che si dura fatica a ricono- (4) O. Raynaldus: Annales ecclesiastici. Romae, scere i nomi esatti dei vescovadi registrativi. L’uno, 1652, voi. XVI, anno 1375, n. 25. del 1225, contiene i soli nomi dei vescovadi di Ario, (5) Il necrologio del convento dei Cistercensi di Milopotamo e Chirone; l’altro, composto intorno Heinrichau, alla data 22 aprile ricorda: “ Obiit pie alla metà del secolo XIV, enumera ben undici nomi, memorie dominus Franciscus Rothwitz, episcopus Can- ma ripete due volte il vescovado di Chirone, chia- ticensis „. — Non deve al contrario essere mai esi- mandolo prima “ Cirotoniensis „ poi “ Cironensis „. stito quel Giovanni Rothwitz, vescovo Canticense, Strano è poi un documento del Senato veneto al di cui, equivocando, parla qualche scrittore (C. Eu- pontefice Celestino V, nel quale, dopo essersi ricor- bel: Hierarchia cit., p. 168). dati i due vescovadi cretesi di Milopotamo e di Ca- («) L. Waddingus : Annales Minorimi. Lugduni, lamona, che Venezia era stata costretta nel 1299 a 1635, voi. Ili, Reg. pag. 347. dare in affitto ai Calergi (F. Cornelius: Creta cit,, (?) Da gentili comunicazioni del padre dr. Jungnitz. voi. II, pag. 294 segg.), si prosegue: “Et extra istam — Cfr. pure A. Theiner : Velerà monumenta Polo- formam et sine aliquo onere remanserunt episcopatus niae et Lithuaniae. Romae, 1860, voi. I, n. 798 e 799. undecim per pacta eadem; et si Veneti potuissent omnes