304 I MONUMENTI VENETI DELL’iSOLA DI CRETA risalendo oltre il secolo XI : restrizione la quale vale altrettanto, e più ancora, per altra imagine del pari miracolosa della Vergine, pur essa proveniente da Creta, — donde fu rubata nel 1498 — ed ora venerata a Roma nella chiesa di S. Alfonso all’Esquilino, per la quale anche si invocavano tradizioni di cospicua antichità, attribuendola a S. Lazzaro. Ma, pur riferendo a più ragionevole età le iconi che la fantasia popolare pretenderebbe assegnate ai primi secoli del cristianesimo, non per questo troviamo che — a giudicare dalle opere che tuttora rimangono — la produzione di indagini sacre durante la seconda età bizantina ed i primi secoli del dominio veneto fosse così fiorente, da poter reggere il paragone collo sterminato numero di dipinti eseguiti invece a fresco sulle pareti delle chiese. E mentre nasce quindi il dubbio che nei primi secoli di cui diciamo non forse quelle imagini, anziché esser dipinte nell’ isola, venissero importate di fuori, resta d’altro canto assodato che il vero sviluppo dell’arte pittorica cretese in tale ramo d’industria, coincide appunto colla fine del secolo XVI, quando pare cessata la vecchia scuola degli affrescatori che avevano seminate le loro opere per tutta Creta. D’allora in poi la produzione delle imagini — non solo e non più a tempera, ma anche ad olio — prende piede ognor meglio ; ed i Madonneri, impratichiti dal lungo uso e perfezionati dagli ammaestramenti di fuori, formano una vera e propria scuola, ampliando il campo della creazione a più vasti concetti, ed a loro volta diffondendo i loro prodotti fuori degli angusti confini della madre patria: onde l’arte, florida di vivacità se non di ispirazione, si perpetua attraverso gli ultimi secoli non ingloriosamente. Quanto alle caratteristiche della tecnica e dell’arte pittorica cretese, non è così facile stabilire dei dati precisi. Gli affreschi infatti ci si conservano bensì immuni quasi sempre da quei ritocchi e da quei rifacimenti che tanto spesso sono a deplorarsi invece nelle pitture murali di altre terre bizantine ; perchè, dove le antiche imagini accennavano a deperire, in Creta non si ricorse allo spediente di ravvivarle di nuove tinte, ma bensì fu sovrapposto un secondo, un terzo strato di intonaco, e su esso vennero affrescate le nuove rappresentazioni o venne distesa la nuova tinta uniforme. Malgrado ciò però le condizioni di quei dipinti ben raramente sono sodisfacenti. Crollati e rovinati in gran parte, altrove guasti dall’ umidità, dilavati dalle intemperie, scoloriti dal sole e dall’opera del tempo, offuscati dal fumo o dalle dissoluzioni chimiche dei colori, e troppo spesso anche miseramente distrutti dall’odio insano del Turco conquistatore, dalla incoscienza del volgo, o anche dalla