LE CATTEDRALI VESCOVILI 49 Calcedonia fra mezzo al vescovo di Knossos ed a quello di Lappa è verissimo (l). Altrettanto vero è però che in altre liste dei firmatari di quello stesso concilio il nostro Eusebio non ricorre più tra i mitrati cretesi, bensì fra quelli del-l’Epiro, dalla quale provincia è esplicitamente rimarcata la di lui dipendenza (2). Il che deve bastare a farci riconoscere, più recisamente che non azzardi il Corner (3), come egli fosse vescovo di Apollonia in Epiro, e non dell’Apollonia di Creta, la quale, costituendo il porto di Knossos, non poteva essere a sua volta città vescovile. Eguale ragionamento vale —- checché ne dica il Corner(4) — per il QsdS'copog km’axoimq ’Hpajdsio’j7tiUew;, che nel sinodo di Nicea si trova casualmente a firmare tra il vescovo di Lappa e quello di Knossos (5), ma che in altro elenco di quegli atti è invece rimesso a suo posto fra i vescovi di Armenia (6>, e chiamato imaxonos 'HpaxXeiouTro’Xew? tÌTOt 1 (/). Due parole infine anche sulla pretesa sede vescovile di Rhaukos. — In una vita di S. Mirone, quale si conserva manoscritta alla biblioteca di corte di Vienna, ricorre la frase (8) : xaì (l'W* ««vtò? tou Xaou ^etpoToveÌxat èm'monos év ttj ìntò tou àYiwTaiTaj éntoxóitoo Hivu'tou év tri ‘Paosua (9). E già il commentatore Giovanni Pini e poi Flaminio Corner interpretavano il passo — veramente equivoco — come se volesse dire che S. Mirone, per voto di tutto il popolo, fu consacrato vescovo di Rhaukos da S. Pinito, vescovo di Knossos. Donde la naturale illazione che anche la città di Rhaukos godesse delle prerogative episcopali(10>. Però le altre vite del santo, contenute in vecchi manoscritti, ricordano la sua nascita a Rhaukos e la sua creazione a vescovo ; ma non nominano la sede vescovile stessa, o gli assegnano quella di Knossos (ll). Il che porta a credere (’) Cfr. pag. 45, nota 4. Venetiis, 1805, pag. 134), per cui — sia pur dubi- (z) I. D. Mansi: Sacrorum conciliorutn nova colleclio tativamente — verrebbe ammessa 1’ esistenza di una cit., voi. VII, pag. 29, 403, 404. — Cosi pure nella nuova sede vescovile nella pretesa città cretese di lettera nel 458 all’imperatore Leone (Ibidem, voi. VII, Cladibra, per il solo fatto che una volta, negli atti pag. 621). di quel medesimo concilio, fra mezzo ai vescovi di (3) F. Cornelius: Creta cit., voi. I, pag. 255. Creta è intruso un Nicela indignus episcopus Cladi- (') Ibidem, voi. I, pag. 254.— Egli pretenderebbe brensium (I. D. Mansi: Sacrorum conciliorum nova identificare Herakleion con Sitìa, ed ammettere che collectio cit., voi. XIII, pag. 392): laddove dagli altri nel vescovo ricordato al concilio Niceno si debba ri- documenti di quel sinodo apparisce ad evidenza che conoscere un vescovo di Sitìa. Ma la identificazione egli era vescovo della provincia di Paflagonia: da lui propugnata non regge davanti alle più recenti éirioxoxor AaiG(3,«jv. scoperte (cfr. voi. I, pag. 7). (8) Codex historicus graecus, XIV, fol. 101. (5) Cfr. pag. 45, nota 10. (9) Ada Sanctorum Augusti. Antverpiae, 1735, voi. II, (6) I. D. Mansi: Sacrorum conciliorum nova collectio pag. 345. cit., voi. XIII, pag. 392. (10) F. Cornelius: Creta cit., voi. I, pag. 266 segg. (7) Ipotesi altrettanto infondata è quella da altri (u) Ada Sanctorum Augusti cit., voi. II, pag. 342. proposta (A. db Torres y Ribera: Cretae periplus. — Propylaeum ad Acta Sanctorum novembris. Bru-