326 I MONUMENTI VENETI DELL’iSOLA DI CRETA cobbe. Nella seconda è dipinta la tentazione della moglie di Putifarre; la cattura di Giuseppe; la divinazione dei sogni di Faraone; ed il ritrovamento della coppa d’oro nel sacco di Beniamino. La terza fascia raffigura la venuta di Giacobbe e le feste susseguenti. L’ultima finalmente contiene la malattia di Giacobbe ; la sua benedizione ; ed i suoi funerali (1). Chiudiamo — per finire — col ricordare un editto dell’arcivescovo di Candia Alvise Grimani (f 1620), con cui “ commandiamo et ordiniamo che ove si trovano pitture di qualche santo sproportionate, sgarbate et di forme che comovano li riguardanti più tosto a riso che a divotione, siano del tutto levate o in qualche maniera accomodate ; et il medesimo si facci di quelle pitture oscene et troppo lassive, acciò l’occhio del riguardante, invece di comoversi a pietà et religione, non prenda occasione di brutto pensiero... Prohibiamo alti pilori V inserire nelle immagini che hanno da essere esposte in chiesa il far ritrali di donne vive, commandando espressamente alti curati delle chiese non dovere ammettere simili pitture „(2). (i) Cfr. R. Pashley : Traveìs cit., voi. II, pag. 28. Fra le altre imagini di quest'epoca meritano speciale menzione a Ghonjà (Chissamo) le ricordate ¡coni di S. Nicolò, colla data del 1638 ed il nome del pittore Costantino Paleocapa ; e quella con la affollata scena della crocifissione dello stesso autore, non priva di un certo senso di drammaticità ; nonché ancora un quadro concavo, già collocato in una nicchia del refettorio, rappresentante la moltiplicazione dei pani, con la data del 1613: nelle quali imagini è innegabile una influenza, per quanto esigua, dell’arte italiana; ed altra icone conia figura di S. Ge-rasimo, accantonata da quattro scene della vita del santo (la monacazione, la morte, l’apostolato, ed un miracolo). Il convento di S. Elia (Retimo) conserva un’ imagine di S. Giovanni Evangelista del 1631. Nella chiesuola di S. Nicolò ad Elènes (Amari) sono le ricordate bellissime iconi del 1609. Alla Fancro-mèni di Khardhàkjt (Amari) si trova altra tavola del 1641. Nel convento di Savathianà (Malvesin), fu già citato il quadro del 1655, opera del monaco Cristo-foro. Una vecchia e preziosa imagine di S. Cirillo è posseduta dall’omonimo villaggio (Nuovo). Del pittore Angelo furono menzionate le imagini di S. Pietro e Paolo, della Zwoffóx0" H’iV'ì e della Pt?a too "haaai nei conventi dell’ Odhighjìtrja e di Valsamòncro (Nuovo). Una crocifissione del 1634 si venera nella cappella di S. Croce a Silioìògho (Belvedere). Ed altre tavole ebbimo a rammentare nella chiesa di S. Atanasio a Lith'mes (Sitla), di mano del monaco Nico-demo Apostoli. (2) V. M. C. : Ms. Motosini, XCVI, pag. 81.