LIBRO Q_U ARTO. ur del governo dipendere , fecero alto in numero di tre mila. 1648 nella piazza dell’Hippodromo. Ivi pofto confufamente in con«' fulta ciò, che operar, e pretender dovettero’, a fuggettion di alcun più torbido ,, ma meno' imprudente ,- fù all'unto il plaufibil pretefto di vendicar la morte del Rè ingiuftamen-te oppretto da pochi cofpiratori,, e' di chieder le' tette del Vifir, del Muftì,- de’Cadilefchierr, c d’altri quattro capi de’ Granizzeri ,, creduti rei del misfatto'.- Erano quefti congrega--ti in una Mofchea , per etter protetti dalla’ venerationc del luogo j e fe prima Ira vea no fchernito come puerile’ il tumula to , hora per il numero', e per il pretefto apprendevano non' legger’il pericolo ; temendo’, che fe’ il male il dilafaffe , di veder in un momento1 in tutte' le militie cangiata la continenza in rapina,. la difciplina in fcandalo1, 1’ olfequio in licenza.- Mandarono’ pertanto Sìnano' fecondo1 Vifrr alla- Banca,. huomo ftimato per il’ merito4,« e per il grado , a placarli con offerte’ adeguate ; ma (prezzato1 il rifpettov violata la ragione, e l’autorità,, lo’ trattennero prigione',> aftenendofi dal trucidarlo non per altro,. che per la fua canitie, folita a riverirà da’Turchi .- Peggior’ fortuna corfe Mehcniet Agà con canti« altri quattro de’principali,che andò'per blandirli, poiché con ^r! empito, e ferocia' furono ucci fi. Potevano' a maggiori tenta-rivi quei follevati avanzarfife non’ ha veliero dato tempo a fei mila Gianizzeri di prendere l’armi, occupar i potti più Vantaggiofi ,• & alfalirli con difciplina, e con' forzaCedeto-no” pertantolafciando' quattrocento morti4 per ttràda , che furono tutti’gettati nel mare, per" feppellir nell’oblivione lo fpet-tacolo5 del gattigo', e la memoria del fatto«- La città deipari temendo* i vincitori, & i vinti,- dubitò in quel giorno" d’incendio, e di' faceos ferrate’ perciò3 le’ botteghe , e a! meglio \-che’ fi poteva' munite' da ogiv uno’ le cafe, ftette il popolo’ quieto , e rinchiufof ma i capi del governo fecero' ogni1 opera per* contenere le militie’ire dovere, dubbiofi, che la plebe irritara non* s’ uniife a5 malcontenti .• Difllpato in tal guifa il tumulto, gli Spahì fopravanzati pattarono in Afia, dove vagando sbandati „ fe in qualche Gianizzero' s’abbattevano , tagliatogli le orecchie-, &' il nafo,- lo mandavano a Cottantinopoli a terror dei Serraglio'.. Tal* difeordia tra idue' ordini principato del~ O 2' ìc