LIBRO TERZO.	113
introduce parlamento di refi. Gli habitanti, che prima vi 1646 ripugnavano, accortiti di non poter impedirla , nò volendo crederi! alla fede fallace de’Turchi , pattarono a Pago con picciole barche. Così abbandonata la terra, accorgendotene i Turchi dal veder rallentate le guardie, rotto il maneggio, entrarono da più parti nel borgo, e di là nel cartello, facendo prigioni quei pochi foldati, che non tagliarono a pezzi . Al Loredano donarono la vita, e la libertà j ma il Conte Gio. Fabricio Soardi Governatore fù trucidato. Riftaura-ta pofcia alquanto la piazza, e chiufo con una muraglia 1’ vanadi j ingrefì'o nel borgo dalla parte del mare, vi lafciò Ferat Agà Tur<h'• con prefidio , e coll’efercito pafsò nel territorio di Zara, c dopo inferitovi il danno, che potè , fi portò appretto di Se-benico. Vi accorfc il Foicolo con le forze di mare, mentre
il	Pifani con la cavalleria divertiva dalla parte di Zemonico.
Il	Bafsà prefentatofi due volte alla città , ne fù altrettante rifpinto : & il Generale de’ Venctiani con forte pari tentata vanamente Scardona, benche entrafle nella .città, fi ritirò, non volendo fotto il cartello impegnarti. Paolo Caotorta, Proveditor eftraordinario , haveaf indotto i popoli di Primor-gie , e Macarfca a darti alla dìvotione della Republica j ma clìendo dal cartello di Duare infettati, egli lo tentò col petardo , e gli riufcì d’ottenerlo, tagliati a pezzi i difenfori.
Non ne fù però lungo il pofleflo, impercioche il Bafsà mof-fofi con dieci mila huomini a ricuperarlo, con feroce aiTalto
Io	guadagnò, perdendofi tutto il prefidio con cinque Capitani Croati, & Albanefi . Con ciò terminò la campagna di Can-dia, e di Dalmatia con sì fatti fucceiìl, che fervirono ad allungar più torto , che a terminare la guerra . Non il può di meno , per unire almeno in ifcorcio la mole degli affari domefti-ci con la profpcttiva degli rtranieri, di non narrare fuccinta-mente i progreiTi fanguinofi dell’ armi, & i tardi maneggi di/ pace tra le Corone più potenti d’Europa . In Catalogna men- rFfMtfJS tre il Conte d’Arcourt di Lerida procurava l’acquifto, delu- fon battuti fo dal Governator Giorgio Britto, che gli fece credere fcar- ^„th(oZ fe zza di viveri dentro la piazza., fperò, rallentata la forza, ieri(la' con la fame domarla. Ma la mifura , con che il Comandante le diitribui va, facendo durare le vettovaglie più lungo tem-
 HMamT.ll.	H	po,