516 DELL' HISTORIA VENETA ■~i66j abbordò la nave Prrncipefla picciola , gettandovi dentro nel • primo empito cinquanta foldati ; ma (libito quelli tagliati a pezzi da’ difenfori ,* reilò il VaScello TurcheSco in potere de’ Venetiani. Si bersagliavano gli altri Se in faccia di Canea Seguendo il combattimento, il Vifir, che ardeva di Sdegno, Spedì a’Suoi dieci galee di foccorfo. Mail Molino fpinfe lo. ro incontro le navi Margarita, e Paramor , che Scaricando Sopra di' eife tutte l’artiglierie , le ailrinSero a ritirarli confuSe, c con danno. Ritornate appena nel porto, il Vifir infuriato, i fece ad alcuni Bei troncare la teda . Trattanto il Molino fi batteva con la Capitana di TuniSi, Sopra la quale (lava Ramadan con trecento Soldati , Se acceSoil in eifa fuoco alla prora, irreparabilmente ierpì in un momento, onde fi Som-merSe la nave con tutta la gente,, e col danaro, che trascendeva la Somma di cinquanta mila zecchini , e ducento mila reali, deilinato a pagare Y eSercito ^ Tra i pochi , che con piccioli legni furono da’Venetiani tratti dall’acque, Il trovò Ramadan, e Suo figliuolo, che Surono poi mandati a Vene-tia ► Gli altri VaScelli maltrattati fuggirono in varii porti , paifandone pofeia alcuni furtivamente in Canea ad isbarcare le provvigioni, e le genti. Il Molino, a cui dal fuoco, e dal mare fù involata ricchiifima preda r raccolti cento fchiavi , trovò de’ fuoi pari numero di morti, ò feriti ; e rilevato aneli egli qualche danno ne’ legni, all’ Argentiera il ritirò a raf-fettarlì . Mal’ a propofito era inforta in Candia tra il Barbaro, e’1 Villa certa contefa . Quelli pretendendo di non ob-ffiTi'lr fedire, che al folo Capitan Generale , ancorché lontano (i ritrovale, e quegli volendo diSporre non meno de’due mila ^ant* Villa condotti all’armata, che del reilante prefidio. Non potendo infieme accordarli, era il Villa partito, e venuto al Zante, e tacendone la cauSa , publicava il preteilo di edere , cioè , dal Duca di Savoja richiamato per impiegarlo contra i Genevrini per certa difficultà de’confini. Ma giunto a quell’ ISoIa il Capitan General Moroilnr, conoScen-do quanto alla difefa di Candia giovar poteva il valor del Marchefe , l’induife con ragioni , e preghiere a ritornarvi , con Sicurezza , che la Republica s’impiegherebbe col Duca per fargli trovar buono il ritardo . Poi il Capitan Generale