408 DELL’ HISTORIA VENETA 1658 Per placare gli animi, c divertire la forza , riufcendo co’Barbari più torto mantice dello fdegno, nulla giovò : perche il Vifir uditolo con impatienza , e rimandatolo a cafa con le fo* lite guardie, alterato, che fconvolte in gran parte rertattero le macchine de’ fuoi difegni, deliberò di abbracciare 1’opportunità di muover l’armi contrala Tranfìlvania, fenza abbandonare 1’ applicatone a’ danni della Republica . Dunque chiamate le militie dall’Afìa , e fatti ufeir in Campagna i Bafsà di 7/ Buda , e di Temifvar, egli lì portò a Belgrado , ingelofendo da grlVt»n quel ilto ugualmente l’Ungheria , e la Dalmata . Sù’l mare fup-mtht min- pjjva p Armata per mantener 1’ occupato , non già per tentar nuove imprefe, prefittoli di prolungar la guerra , e francando indebolir la Republica, conficura, ancorché più lenta vittori,/,/ r’a * ^ra 1 art‘ *uc del governo riputava egli la principale di Vi/ir, per ufurpare per se folo tutto il favore, e 1’ autorità del Sultano . Tiftw’/dti Adulandolo perciò con efibitioni di renderlo il più potente, sultano. c temuto Monarca, c’havefle feduto giammai iopra il trono degli Ottomani, lo fupplicava permettergli di curtodir il fe-greto de’fuoi configli, fenza parteciparli al Divano, ò ad altri ; e ciò facilmente ottenuto, applicò a cautamente differii di tutti quei, che per habilità, ò per credito potettero contendergli il porto. Facilmente gli riufeì far togliere infi-diofamente di mezzo alcuni capi nell’Alia, che vi fufeita-vano feditioni frequenti. Sopra tutti Cuffein gli dava grand’ ombra, foftenuto con celebre grido dal favore delle militie. Maniere I fuoi delitti erano il credito, la fama, il teforo. Il Vifir “¿Zìi, pertanto a rumarlo applicò tutta 1’ arte ; e Cuffein , c' have-vi/frperiH- va delufo le infid ie di tanti, non feppe da quelle di Mehemet, cu£Ym. ò non potè a bartanza fchermirfi . Cominciò il Vifir ad indebolirlo, fcarfeggiandogli le provvigioni, e’foccorfi; poi a richiamar le vecchie militie, e mandarne di nuove; in fine a levargli d’apprelìo, con preterto di più honorevole impiego, Deli Agà , nipote di lui ; mà che dirli poteva la dertra dell’ope-re , e l’anima de’militari configli. Cuffein all’ hora vedendoli fe ita va lontano, perduto, non diffidò poter falvarfi fotto l’ombra in particolar del figliuolo, che nel Serraglio pareva renette nell’animo del Rè principaliftjmo porto . Ma egli credè fodo favore ciò, che per ingannarlo non era, che fallace apparenza. Dun-