\66o Morbi a-fian\atifi nell' armata Vinti ¡fina. Arrivo ili /'oliati Alamanni , e Hi nuovi levi in Caniia. Morte del Principe A ¡mirigli» Paris-, a cui fono fatti folenni furerà li in Ventai« , 45o DELL’ HISTORIA VENETA fleti, e poco men de’ Francefi . Ritirati dentro la piazza, vedendo il popolo afflitto, & i Generali fdegnati, ogni uno tinto di roilore nel volto per l’indegnità, e la vergo-, gna, riprendeva gli altri, e sè ileifo , di Jiaverfi lafciato debellar da vanillina voce, e ceduto a nemici, quand’erano già porti in fuga. Sentivano alcuni, che feorgendofi le militie accefe da nobile desiderio della vendetta , fi condu-ceifero fuori a nuova, e miglior difporta fattione. Mà il giorno ieguente giunfero di buon paifo tre mila huomini al Campo, feguitando il Batsà col rertante, e s’intefe, che in Canea da diciotto galee era flato introdotto foccorfo, Svanito perciò il penderò di replicar la fortita, fletterò qualche giorno le truppe in Candia in ripofo j mà i morbi, che affliggevano la città ? s’attaccarono alle genti d’armata, e morendone molti , fù rifoluto condurla a Paris per maggior comodo, e per qualche rinfrefeo. Il Provveditore Battaglia con una fquadra di galee fi fiaccò, feorrendo il mare per impedir i trafporti de’ Turchi . Giunfero di Venetia , mà troppo tardi , i due mila Alemani dall’Imperatore inviati, ¡& altre militie di nuove leve, co’quali, fé l’havefle la ftagione permeifo , potevano i Generali ad altre imprefe applicarfi mà cofpirando con infelice dertino altri accidenti funerti, morì in Paris il Principe Almerigo a’ fedeci di Novembre di febre contratta nell’ inclemenza del Clima, e forfè agitato da grave paflìone, di non haver dall’ armi raccolto frutto pari al fuo defiderio, & all’ attcntione dei mondo . In Venetia con publici funerali , e con monumento innalzato nella Chiefa de’ Frati Minori , volle il Senato palliare la gratitudine fua, e l’univerfale cordoglio. Compianto egli fù certamente ? perche ne’ fuoi anni ancora immaturi haveva dato gran faggio d’indole generofa , e di virtù militare, con rare doti di valor, e prudenza. Il Vifir moftrando di non far alcun cafo nè della pace conchiufa tra’ Principi, nè de’ foccoril in Candia fpediti , fi contentava per hora di confervar T acquiftato , e con mediocre corpo d’armata su l mare, che coll’agilità potefle sfuggir le battaglie, altro non pretendeva , che divertir i danni , e foc-correr le piazze. Trenta galee havea convenuto fpedir in mar