78 X MONUMENTI VENETI DELL’ISOLA DI CRETA regrinorum de Jerusalem venientium „(l). L’ospizio, che non pare occupato dai Gesuiti nè incorporato quindi nello spedale delle milizie, comparisce pur sempre — come vedremo — destinato alla “ povertà universale „ nel secolo XVII. Quanto all’altro xenodochio annesso alla chiesa di S. Maria di Spagna, di cui ci tramanda menzione un altro viaggiatore del 1507, si veda quanto abbiamo scritto altra volta in proposito(2). In seguito ad ordine del Senato del 13 giugno 1581 (3), uno spedale destinato più propriamente ai soldati fu costruito a Candia, sulla piazza delle Frutta, nel corpo di fabbriche situato a nord del convento di S. Giovanni Battista. Il capitano Giovanni Mocenigo, che ne fu il fondatore, non ebbe tuttavia il tempo di completarlo. Era lungo 28 passi, largo 10; e conteneva al pianterreno otto magazzini da affittarsi a privati. Costò mille ducati dei fondi mandati da Venezia, più altri denari delle condanne, spese di legnami, costo di angarie e risarcimenti per alcune casupole abbattute(4). Venezia stanziava il 15 luglio 1583 altre 2400 lire per l’acquisto di legnami, “ essendo opera et molto pia et di molto servitio publico insieme il dar modo che possa esser finito l’hospedal nuovo in Candia principiato dal diletto nobil nostro Gioan Mocenigo „(5). Di fatti nel settembre dello stesso anno lo spedale era di già ultimato(6), ma non ancora copertoi Tuttavia Giulio Garzoni non ne era contento : “ Il durissimo messer Giovanni Mocenigo — riferiva quel sindaco nel 1586 — ha principiato un ho-spitale di grandissima forma et lo lassò ridotto in assai buono stato, et è riuscita bellissima macchina, con sette magazzini sotto, pur deputati al servitio delle munitioni : ma essendo situata nel mezzo della città et perchè la sua grandezza pare infruttuosa per l'hospitalità, è giudicata poco a proposito per lo servitio a che sua signoria la destinò, et però meglio sarei portare là le armi che si trovano nella sala Donata...: et così pareva che sentisse il cla-rissimo capitano Barbarigo al nostro partire, volendo sua signoria clarissinia (') F. Fa bri, Evagatorium in Terrae Saiictae pere grinationem, Stuttgardiae, 184