i668 \ Caurin» Cornaro fi adopera d' impedire i lavori di' Turchi. 5 62 DELL* HISTORIA VENETA ratione un continuo travaglio ; con la generofità guadagnava gli animi, coll5 efempio, e con la difciplina teneva in obbedienza le militie, e gli habitanti contenti . Ma però con profondo contìglio vedeva egli, non poter lungamente durare la piazza, fe coll’ ufo delle difefc fotterranee non fi fer-maffero, ò almeno non fi contendellero i troppo avanzati lavori de’Turchi. Al Sant’Andrea particolarmente, perdute le fortificationi efteriori, arie le palificate, aperte le breccie, ftavano i Turchi per attaccarti al recinto; e fe pur fuifero, come non dubitava, foftenuti gli aifalti ; potevano però con la zappa penetrar nel baftione, e con pertinace fatica etiam-dio demolirlo. Nè più giovar potevano le fortite, ftando al prefente le loro trinciere così ben chiufe, e munite con tante forti d’impedimenti, e traverfe, che fe alcuno v’entrava, conveniva a’ primi paffi fermarfi, e ritirandoti fempre fcoper* to, bagnar la flrada di Sangue. Egli pertanto fentiva, che ad ogni corto di fudor, e di pena Sotto il fallo fi cavaffero mine. Ad alcune di effe haveva dato principio il General Nani ,* ma reftate per la Sua morte imperfette, gl’ ingegneri pertinacemente negavano, che per la durezza, e profondità almeno di ventidue piedi , efeguir fi poteffe. Mà il Cornaro volendo per ogni modo, che fi tentaffe, fece cavar i pozzi al rivellino San Spirito, e dietro il baftione di Sant’Andrea tanto profondi, che finalmente fotto vi fi trovò ben fo-do terreno, in cui lavorar fi poterono mine, e condotti fin’alle batterie, Si alloggiamenti de’Turchi . L’opera ef-fendo d’incredibil fatica, confumò lungo tempo, e per tal caufa non potè effer in iftato prima, che fuifero invifccrati nel baftione i nemici. Oltre la refiftenza del duriflìmo Saffo, fù di meftieri, che s’internaffero gli operarii per ducen-to cinquanta paffa a penetrare fotto i ridotti de’Turchi. Convenivano perciò per lungo fpatio afportare la terra , afciugar l’acqua, Se in tanta profondità l’aria mancando al refpiro, fi trovò modo per condotti di cuojo d’ ifpirarla co’ mantici a quella mifera gente . Convenivano in oltre effer tali, e così forti le mine, che poteflero Spezzare, Se elevar la gran mole, che lor fopraftava ; e non paffava tra i dub-bii minori, che fcuotendofi troppo la terra , cadeffero le già in- debo- /