X MONASTERI LATINI 155 dendo che nel 1592 vi si contavano sei Terziarie, tre nel 1597, due nel 1620 ed una sola nel 1633. Il convento ci viene del resto cosi descritto nel 1620: “ Un’altra porta piciola sono situata a mano destra dell’antedetto altare che conduce nel claustro di detto monastero : il qual’è coperto solamente quella parte eh’è contigua alla chiesa. La forma del monastero è quadrata, vedendosi li vólti a tornovia, ove spetialmente dalla parte di levante vedesi essere per altro tempo state fabrìche. A ponente vi sono alcune celle in alto et in basso, quali sono al numero di sei in tutto in stato pessimo, che di breve, minacciando rovina, caderanno..... Nel centro del chiostro antedetto vi sono un giardinetto con piante di diversi frutteti. In esso monastero d’ogni parte ci possono entrare, per essere aperto et distrutto quasi del tutto „. Nel 1638 il vescovo di Canea intendeva di restaurare il monastero “ et sub clausura redigere „(1). Al contrario il monastero delle Domenicane, alla Madonna dei Miracoli, fondato da Marussa Mengano, “ serato l’anno 1615 et fatto clausura del 1616 da monsignor vescovo Garzoni prosperò rigogliosamente negli ultimi anni del veneto dominio a Canea. “ Il predetto — scriveva il visitatore nel 1620 — ha abitationi convenienti e commode per le monache. A basso sonovi cucina, dispensa, reffettorio, magazzeni et altre stanze. Di sopra vi 'e il dormitorio con celle trenta, nell’ingresso del quale, sopra la scala, vi è una porta sicurissima, et in capo al detto dormitorio vi è parimenti una porta che conduce nel choro delle monache in chiesa posto in alto con le sue gelosie et coltrine avanti... Appresso la porta publica dell’ingresso in chiesa, vi è una porticella che conduce in una stancietta dove è il parlatorio con la sua rota per il commodo e necessità del monastero ; in detta stancia medesimamente vi è un altra porticella che conduce in un’altra cella over stanzietta dove si parla alle monache, con duoi balchoni honesti con le sue ferade et gelosie. Poco più a basso dell’antedetta porta vi è la porta che conduce dentro al monastero serata et bene custodita „(2). Poco dopo le Domenicane, essendo in numero di cinquanta, nel 1642 ottennero di poter acquistare per 640 ducati le case di Pietro Chioza, onde ampliare la loro sede (3). Di quel convento è traccia al giorno d’oggi in un cortile di casa turca, poco sotto alla chiesa : vi si riconosce un lato di chiostro a sette arcate, con corridoio a terrazza. (’) U. Mannucci, Contributi cit., 99 seg. (5) V. A. S.: Senato Mar, C, 233*. (2) Ibidem, 112 seg.