316 I MONUMENTI VENETI DELL* ISOLA DI CRETA * Vòila. — La torre di Vòila, mentre offre 1’ esempio più completo delle analoghe costruzioni già riscontrate a Petràs ed a Su, reca sopra alla porta una epigrafe turca che assegna l’inizio della fabbrica al 1740 ed il suo compimento al 1741. Il che dimostrerebbe che anche le altre due torri testé ricordate, malgrado la continuazione dei tipi veneti, sono da assegnarsi alla stessa epoca. Il pianterreno è diviso in due locali, ambedue a volta. Il più interno ha nel fondo un largo camino; il primo invece una scala che parte da basso presso la porta interna, gira sopra un arco accostata alla prossima parete e risvolta finalmente per salire al piano superiore, privo di coperto e diviso del pari in due ambienti. — La solida scarpa limitata da cordone, i massicci volti interni, la forte scala, le porte bugnate e le finestre ben lavorate proseguono i noti modelli dell’ arte veneta e mostrano ancor una volta quanto l’imitazione dei prototipi anteriori venisse apprezzata dai novelli dominatori(l). Anche gli altri edifici che, attaccandosi alla torre, costituiscono una ordinata fila di case sul ciglio della roccia, presentano più o meno l’aspetto fortificato caratteristico di parecchi villaggi cretesi(2). * Khandràs. — Una specie di torre, con piccole finestrine rettangolari modanate, doveva appartenere ai Salamon. Di qui proviene infatti uno stemma marmoreo di quella famiglia, conservato in altra casa del villaggio. (*) Anche la fontana turca che sta ad una estre- artistica, mità del villaggio appartiene alla stessa corrente (2) Cfr. voi. I, pag. 263.