i6/\6 Altare a S. Lorenzo Giujìinia-no, e Chìefa alla Beata Vtrgine addolorata , eretti per vote del Settata, Vìfcirdie fra’ capi dell’ armi Venete in Levante , Tastone fra'Veneti, e Turchi a Cladifso , con lo [vantaggio de' ni/! ri. 92 t)ELL’ HISTORIA VENETA Patta . Tali deliberationi furono animate dalla pietà del Senato j che oltre larghe elemofine, e continue preghiere, votò nella Cattedrale di San Pietro di Cartello 1* erettione dell’ Altare , per riporvi le ceneri del Beato Lorenzo Giufti-niani, primo Patriarca della città , e la fabbrica d’ un tempio deftinato alla Beata Vergine del pianto , con un convento di Religiofe Cappuccine . Trattanto il tempo velocemente correva , e tra le difficultà d’ armamenti, e la diftanza de’ luoghi paífava 1’ Inverno . Non ripofavano però in Candia le armi , nè fi ftancava favverfa fortuna della República. Era così avanzata la gara tra il Gonzaga, & il Valetta, che qua-fi pareva amaifero d’effer vinti più torto, che fi vinceifecon merito del Rivale. Biailmava perciò l’uno, e ripudiava fem-pre l’opinione dell’altro , e fe pur era coftretto dagli ordini de’ fuperipri a porla ad effetto , o la differiva , o la guadava . I Capi dell’ armata marittima difcordi anch’ effi con quei , che comandavano in terra, preferivano nell’efecutioni il Valetta, con tanto idegno del Gonzaga , che un giorno finalmente deporto il comando , fi dichiarò di non militare più, che come venturiere privato . Non fervendo ancora le forze per imprefe importanti, s indebolivano maggiormente con inutili, e frequenti fattioni, nelle quali le perdite benché leggiere fi rendevano fenfibili , eftenuando le forze , & i piccioli vantaggi fi riputavano dannoii, confumando i fol-datj . Pervenuto tra gli altri un falfo avvifo , che di notte fortir doveffero di Canea mille cinquecento Turchi , fù porto appreifo le Saline a terra il Valetta con due mila cinquecento fanti, e trecento cavalli per tentar di disfarli, e di-ítruggere infierne i molini , che fervivano alla Canea . Col Valetta erano de’primi officiali , Oifalco Conte di Polceni-go , e Raffael Giurtiniani . Alla tefta della cavalleria vollero pori!, ancorché non lo meritaife così debole corpo , il General Comaro , c Filippo Molino Provveditore . La Mi-litia con buona ordinanza marchiò fin’a Cladifsò } nè fcuo-prendoii alcuna fortita, furono folamente aríi i Molini : ma nel ritirarli , volendo a Galatà inutilmente portarli , fi trovarono le militie ftanche , & i pareri confuí! . Il Cornaro con la cavalleria tornò al porto di Suda , e con la gente a pie-