LIBRO Q.U INTO. 293 e tentato, fé ¡1 fuo Signore fufle contra gli Ottomani per muo- 165! vere 1* armi, egli moftrandone horrore, con parole non barbare , ma degne d’ cffer dilatate dalla fama a' popoli più civili , difse, eh’ era troppo facrilego il peniìero di far la guerra contra chi haveva comune la religione, & il culto. Traf-parì veramente l’intentione de’ Polacchi di cavar danari dalla Republica per fupplire a’ loro prefenti bifogni ; concioiìa-che tra le opulenze de’ privati oltre modo efaufto è l’erario , c perciò con le contributioni de’ popoli fornire convengono alle neceffità della guerra. Mà fe nelle Diete con difficultà $’ impongono aggravii, pofeia con lunghezza , e renitenza maggiore s’efigono. Perciò la Nobiltà, che deve militar a fue fpefe, volentieri abbraccia la pace j & introdottaiì l’oftentatio-ne, & il lufso nel campo, molti non potendo fupplire alla pompa , /trafcurano la comune falute . Poco dopo s’intefe tra’ Generali del Regno , & il Chiminielfchi efser apertamente rotta la pace 3 ha ver i Turchi a ciò animato quei popoli, e con gli {limoli di groifi regali, e con le promefse di forti foccor- ii i commettendo a’Tartari, &: agli altri Principi tributariidi affiiter loro con valide forze. Fù la guerra maneggiata con varii caiì , & il Rè Caiìmiro pofloii in campagna, ruppe con in-iigne feonfitta i Tartari, e circondò i Cofacchi in modo, che 7/ a convenivano arrenderfi a diferetione , fe da una parte quei, che non amavano l’intiera vittoria , non havefsero dato loro la ftra-da di fuggire ne’bofchi, e falvarfi. Da ciò tra’principali co- /«»/&*»-. mandanti Polacchi inforfe grave difeordia, e convenne il Rè allontanaci dal Campo ; onde fù tumultuariamente rinovata la pace a conditioni poco diverfe da quelle a Sboras ilabilite , reftando fotto velame di fìnta obbedienza confermato quel nuovo Principato sù la forza, c sùl’armi. Suggerì il Cavaz-za fubito al Rè, & a’principali Miniilri l’opportunità dira- iicav»xr tifìcare la lega co’ Venetiani, mà cefsato ilbifognojli trovò YinlllTh intepiditi. Egli dunque voltò verfo i Cofacchi le fue diligenze h}jìpm»-con prometter danaro fe volefsero feorrere il mare, & infe-ilar i luoghi de’Turchi. Il Rè ilefso ne fcrifse loro con im- \tani i m» pulii efficaci, e il Palatino di Chiovia v’impiegò con premu- '** ra, grandemente godendo i Polacchi, che quella gente vorace andafse a pafeerfi altrove. Mà quei popoli guilati più nobili /ì 'Kant T.1L T 3 ac-