136 I MONUMENTI VENETI DELL’ISOLA DI CRETA gistrati secondari, se ed in quanto non fossero stati approvati dal provveditore generale. Francesco da Molin, che copriva appunto tale carica nel 1629, in un suo dispaccio di quell’anno testifica di avere rinnovate in proposito severe disposizioni, “ poiché — dice egli — non essendo altre volte stat’osservato quest’ordine, è poi rimasto il publico denaro impiegato con sommo pregiudicio in fabriche suntuose di palazzi et altre inutilissime opere che ad altro non rilevano che a constituiré in necessità ogni rappresentante di portar addobbi et finimenti richissimi di stanze „(1). — Sarebbe interessante conoscere se simile ordinanza rispondeva realmente ad un concetto governativo generale o ad una gretta iniziativa del da Molin. Certo si è che se non mancò a Creta qualche magistrato — anche superiore — desideroso del decoro e del fasto dei monumenti del Regno, la Serenissima non mostrò mai di incoraggiare troppo simili iniziative. (*) V. A. S. : Dispacci da Candía, 1 giugno 1629.