100 I MONUMENTI VENETI DELL*ISOLA DI CRETA terreno, lunghi 30 passi, del costo complessivo di 520 zecchini (senza calcolare i legnami e le ferramenta)(1). Che se i lavori furono attuati ben tosto(2), sembra che il progetto venisse invece radicalmente mutato. “ Dalle littere nostre dì 27 aprii passato „(x> scrivevano il 26 settembre 1577 il duca Marco Cicogna ed il capitano Paolo Contarini, “ la Serenità vostra è stata avisata che, essendo necessario per benefficio et comodo publico far fabricar in questa città granari per conservar li formenti che vengono per ordine suo mandati per il bisogno di questo regni et per la munitione che è stato deliberato di tenere di formenti, ogli et megli, non trovandosi luochi publici fabricati dove si passino salvare neunco queste poche biave del territorio, et convenendosi perciò occupar chiese, hospitali et luochi de particolari con molto danno d'esse biave, incommodo et mormoratione d’essi particolari et interesse di Vostra Serenità, deliberassimo di far continuare alla fabrica delle botteghe et magazeni novi contigui al fon-tico principiate in tempo del durissimo messer Pasqual Cicogna et del q. durissimo messer Filippo Bragadin (dunque verso il 1570) alla qual opera ha-vemo fatto metter mano et si attende con ogni diligenza per ridurla a per-fettione, il che sarà non solamente di benefficio publico per accomodar le biave, ma anco di molto utile per Taffìtto che si trarà dulie botteghe che suruno di sotto „w. — Venezia si affrettava a disporre perchè il loro desiderio fosse esaudito. Il fondaco vecchio era posto sopra a quel Voltone che aveva sostituita la porta meridionale della vecchia cinta; i nuovi magazzini dovevano sorgere al contrario lungo la cortina abbandonata delle mura stesse, nello spazio interposto tra il Voltone e la località ove fu poi eretto il Quartiere d’Italia. Il disegno in tale occasione spedito a Venezia progettava una lunga fila di 29 botteghe a pianterreno, e tre piani di granai al di sopra di esse. Nove botteghe erano già compiute, altre quattordici mancavano soltanto della volta, ma le rimanenti — a destra come a sinistra — erano ancora da cominciare (e quelle di sinistra, per potersi riaddossare al Voltone, dovevano sostituire alcuni vecchi negozi colà esistenti); dei fondachi superiori nessuno era pur anco cominciato (5). I lavori, interrotti ben presto per ragioni economiche(6), furono poco dopo ripresi, tornandosi ad impiegare i denari delle condanne (7): ma con tutto ciò nel (') V. A. S. : Archivio del duca: Missive, 20 novembre 1568. (*) Però il manoscritto V. B. M. : Hai., VI, 156 fissa l’inizio dei lavori al settembre 15/4. (3) Cfr. V. A. S.: Dispacci da Candia, 27 aprile 1577. (*) Ibidem, 26 settembre 1577- (5) V. A. S. : Senato Mar, XL1I1, 140. (6) V. A. S. : Dispacci da Candia, 27 agosto 15/8. (7) Ibidem. 27 gennaio 1579.