OSPIZI, SPEDALI E LAZZARETTI 79 fare un hospitale di minor forma, per non dare augurio di migliaia di soldati malati et anco situarlo in luogo estremo della città „(l). Pure lo spedale dovette rimanere dove il Mocenigo lo aveva fondato. E da esso prese anzi nome una delle principali vie della cittài2). Alla soppressione del vescovado di Arcadia nel 1604, tutti i beni di quella diocesi vennero assegnati all’ospizio stesso, “ in quo Christiani e dira servi-tute Turcarum erumpentes, nec non milites sancii et senes ulterius onera utilitaria perferre nequeuntes aliique christiani pauperes recipi et charitate confai'eri solent „(3). E tosto dopo, alla partenza da Candia dei Gesuiti, anche la chiesa loro di S. Antonio(4) e gli annessi stabili — i quali si trovavano rimpetto allo spedale -— furono a questo applicati®. Anzi la chiesa medesima, durante la guerra di Candia, fu convertita in infermeria per i feriti(A). Che di tali edifici facesse parte il vecchio ospizio di S. Antonio, ricordato più addietro, non pare. Nel secolo XVII esso comparisce infatti tuttora indi-pendente : “ Vi sono tre hospitali principali — annota un descrittore di Candia verso il 1613 — l’uno per li soldati e militie, gli altri duo per la povertà universale, chiamati S. Antonio e S. Theodoro. Risplende anco per opere di carità l’hospitale della Pietà, quale di sole limosine si sostenta et è raccomandato all’illustrissimo duca „(7). Il secondo di tali istituti deve certo identificarsi con quella chiesa di S. Teodosia dello Spedale(8), che Coronelli e Werd-mùller col nome di S. Teodora o Teodosia collocano dietro alla caserma di S. Giorgio(9). E l’ospizio dei Trovatelli, dedicato a S. Chiara(10), era situato a settentrione dello spedale di S. Antonio, rimpetto quindi al nosocomio grande. Cristoforo Buondelmonti, viaggiando per Creta sul principio del secolo XV, ricorda finalmente un “ sanctum Lazarum extra civitatem che la pianta di Candia del 1567^ indica di fatti poco fuori della città, a destra della strada (') V. B. M. : Ital., VII, 304, b, fol. 38. (5) F. Cornelius, Creta cit„ II, 31 e 34. (2) Vedasi la pianta di Candia del 1650 (voi. I, (fi) V. Coronelli, Isolario veneto, Venetia, 1696, fig. 191). Anche il Coronelli (voi. I, tav. 4), mentre pag. 218. nella didascalia della sua pianta annovera lo Spedale (7) G. Gerola, Una descrizione di Candia del pi ingrande al n. 136, dimentica poi per svista tale nu- cipio del Seicento (Atti dell’Accademia degli Agiati di mero nella pianta stessa. Rovereto, serie HI, voi. XIV, fase. 3-4), Rovereto, 1908, (3) F. Cornelius, Creta cit., II, 126, 131 e 431. — Il pag. 273. documento stesso ricorda, a proposito dello spedale, (8) Cfr. V. A. S. : Consultori in jure, busta 403. come i suoi « fructus, redditus et provenlus adeo te- (9) Voi. I, tav. 3 e 4. nues sunt, ut periculuin sit ne de cetero tam pium et (10) F. Cornelius, Creta cit., II, 34. Cfr. V. laudabile opus cum ingenti personarum ltuiusmodi de- A. S.: Relazioni, LXXXI: relazione Valici. trimento manuteneri non valeat ». (n) F. Cornelius, Creta cit., I, 96. (4) Nella pianta del Coronelli testé citata figura (”) Disegni VI, a. al n. 38. — Cfr. per esso il voi. II, pag. 129.