180 I MONUMENTI VENETI DELL’ ISOLA DI CRETA tana di cui riparleremo e per la lapide col Icone di S. Marco del 1617, appartengono pure il piccolo monastero della Kjerci Leùsa, del quale resta in essere la bella chiesuola(1), rimaneggiata nel 1635(2), e quello della Madonna di Petàli, con altra artistica cappella^ ed alcune celle datate 1717. Ma non lungi di qui, a Nisi, trovasi pure il convento deserto della Khrisopighjì, la cui chiesa reca la data del 1636. Sopra al villaggio di Avghjeuikjì è il piccolo convento di S. Croce o del Crocifisso. Castellania di Temene. — Oltre alle rovine del convento di S. Anna, con bella cisterna, nei dintorni del castello medesimo di Temene ed a quelle di Karidhàkji presso l’acquedotto di Candia (4), la provincia possiede il solo convento della Madonna di Paljauì, occupato da monache <5-). Esso corrisponde a quel monastero di Pala*"’, di fondazione imperiale bizantina, intorno al quale ci ha conservati numerosi documenti del XIII e XIV secolo il Catastiami ecclesiarum(7). E delle origini remote del convento sono testimonianza i numerosi marmi scolpiti bizantini sparsi per la chiesa e per il monastero: il quale non ha del resto altro ricordo dei suoi tempi migliori(8). Castellania di Pediada. — I conventi minori ddl’eparchia di Pediada non rivestono grande importanza : Skalàni, che nel settecento fu sede del vescovo di Chersonesos(y) ; S. Giovanni di Anòpolis ; la Madonna Spiljòtisa, appartenente ai Sinaiti; la Kjerìi Leùsa non lungi da Vorizi^°\ di forma quadra, con chiesa nel centro e cella datata dal luglio 1614; la Madonna Ghuverniòtisa, (■) Cfr. voi. II, fig. 335. Sklavovathià, non lungi da Dhrakuljdris, la chiesetta (2) Ibidem, fig. 365. di S. Nicolò, < reedificata per calogerum qui est ibi ». (3) Ibidem, fig. 336 e 345. (6) Non oserei credere invece alla sua identifica- f1) Quando nel 1626 si progettarono colà i la- zione con quel convento di Palea che nel 667 papa vori per l’acquedotto di Candia, le quattro o cinque Vitaliano ordinava fosse restituito a Giovanni vescovo monache che vi si trovavano furono trasportate a di Lappa (F. Coknelius, Creta cit., I, 20 e 252). S. Pantaleone, presso la capitale, ed i Sinaiti di S. Ca- (7) V. B. M. : Lat., 179. — Vi apprendiamo anche terina di Candia ebbero licenza di mandare invece a il nome di due abati, Gregorio nel 1234 e Germano Karidhàkji due Calogeri (V. A. S. : Dispacci da Candia, nel 1257. Ma al tempo del Buondelmonti il mona- 23 ottobre 1626; e Relazioni, LXXX: relazione del stero era di già abitato da monache (F. Coknklius, provveditore generale Francesco Morosini). Creta cit., I, 10 e 98). (5) Veramente un documento del 1225, elencando (8) Cfr. voi.II, pag. 184 segg. ; fig. 122 segg., e tav. 1. i possedimenti dei Sinaiti a Creta, annovera pure (9j H. O.viont, Listes des mitropolitains grecs vers € in loco qui nuncupalur Rucanum monasterium sancii 1725 (Revue de l’Orient latin, I). Paris, 1893, 316 Joannis Crisostomi » (G. Scappimi, Notizie cit., app. 19), (10) Non sappiamo se sia questo oppure quello che dovrebbe corrispondere alla bella chiesa bizantina presso Ghorgholaìni il < monasterium beatae Mariae di Rukàni (cfr. voi. II, fig. 21" segg.). — Ed il Catasti- Virginis de Eleussa » dell’elenco presso il Corner (F. cum ecclesiarum (V. B. M. : Lat., IX, 179) rammenta a Cornelius, Creta cit., I, 222).