C. Le torri dell'orologio. Candia, la capitale del Regno, che pur imitò così da vicino negli edifici della sua piazza il prototipo famoso di Venezia, non ebbe tuttavia una torre dell’orologio vera e propria. A tale scopo serviva invece il campanile della chiesa primiceriale di S. Marco, così come lo vediamo rappresentato in una veduta di Giorgio Corner (1). La erezione di quell’orologio prendeva origine da una deliberazione del Senato in data 20 dicembre 1463: “ Quod vir nobitis Jacobus Barbadico, dessignatus ducha in Creta, eruere possil hic unum horo-logium deferendum in Creiam, ponendum quoque super plaleam ad usum et co-modum istius comunitatis, solvendum quoque de pecuniis camere nostre Crete, ami hoc quod idem Jacopus cassare debeat expensam superfluam que itile est deputata ad pulsandas horas et ad elevanda insignia „(2). Una torre dell’orologio vera e propria ebbe soltanto — per quanto ci consta — la città di Retimo : e mentre forse prese il posto di una delle torri dell’antico castello, si venne così a trovare non lungi dal porto, a destra della piazza, rimpetto alla loggia. Il 27 aprile 1596 Giovanni Pesaro, rettore della città, scriveva a Venezia narrando dei danni recati dal terremoto e da una forte burrasca : “ ritrovandosi nel medesnw essere la torre dell’horologgio, che rendeva pure olirà il comodo qualche abellimento a questa piazza, della quale essendole per tal accidente cascata la cuppulla, è restata del tutto scoperta e senza poterla ridur in altra forma per l’istesso mancamento di legname „ (3). Quei guasti consigliarono forse il totale rifacimento dell’edificio. Di certo (*) Cfr. voi. II, fig. 3. (J) V. A. S. : Miscellanea, cod. 728, n. 9. (3) V. A. S.: Dispacci da Candia, 27 aprile 1596.