110 I MONUMENTI VENETI DELL’ ISOLA DI CRETA ultime era incorniciata altra lapide recante uno stemma — distrutto dai Turchi — e l’iscrizione del 1605. All’interno dell’edificio si riconoscono chiaramente le tre parti originarie della sala(l): e restano anzi nella parete di sud gli attacchi dei due muri che, limitando rispettivamente a oriente e ad occidente la parte centrale dello stabile, costituivano la vecchia Armeria, prima delle due aggiunte del Dona e del Corner. Dopo la sua ultima riduzione, tutto il pianterreno fu costituito da un’unica sala, scompartita da una fila di pilastri quadrati in pietra viva, reggenti il soffitto : genere di costruzione caratteristico dei monumenti veneziani e che, come vedemmo impiegato a Candia stessa negli alloggiamenti Foscariniani di S. Giorgio, ci è testificato nel migliore suo esemplare dalla loggia di Retimo. Nella parte più occidentale ed in quella di mezzo le grandi travate di appoggio corrono da sud a nord, i piccoli travicelli invece da oriente ad occidente : mentre essi sono disposti in ordine inverso nella parte più orientale, in quella cioè costruita dal Donà. Di più, mentre nel vano di mezzo i travi maggiori appoggiano le loro estremità sopra pilastri a muro, nella sala Donata essi vengono accolti da mensole in pietra infisse nella muraglia di est. Al piano superiore invece il tetto è sostenuto da ritti di legno, sui quali posano le travate lunghissime, attraversanti tutta la sala nel senso della sua longitudine. Fra le pilastrate del pianterreno erano originariamente collocate delle casse di legno, dipinte in rosso con inquadrature gialle : in ogni fianco mostravano due medaglioni bianchi, contenenti un leone in soldo, dipinto in rosso, con ali pure bianche contornate di nero. Fino ad una diecina di anni or sono se ne conservavano ancora cinque : poi vennero tutte distrutte. Dentro ad esse si ricorda essersi trovati dei fasci di freccie in gran numero, che vennero del pari disperse: alcune poche riesci a salvarne il musco di Candia. Altre armi — bombe di ferro e di vetro, forniture di fucili, frammenti di corazze ecc. — furono pure trovate scavando entro i pozzi situati nell’ interno dell’Armeria e della loggia. Qualche muraglia nella parte orientale all’interno dell’edificio, là dove era la scala turca costruita in parte con rottami di epoca veneta (provenienti da S. I ito?), corrisponde forse alla vecchia scalea di accesso al secondo piano della loggia del Morosini. La pianta di Candia del YVerdmùller segna entro l’area dell’Armeria anche la piccola chiesuola di S. Nicolò(2). (*) Cfr, lìg. b. (2) Vol. I, tav. 3.