DE CITTÀ 201 fortes et pulcre, necessarium est quod dieta territoria affictentur in perpetuimi — vadit pars quod ordinetur et committetur regimini nostro Crete quod de cetero territoria burgi Candide que regimen Crete dabit et concedei alieni vel aliquibus prò edificandum, dietimi regimen dare et concedere debeat secundum usum ad incantimi ad affidimi perpetuimi, cimi solutione affictus annualis plus offerenti, ut accipientes territoria predicta habeant causam faciendi et edi-ficandi domos et alias habitationes pulcras et jortes et non timeant amittere fabricas suas Passa ancora un secolo; e il nuovo terremoto del maggio 1508 devasta spaventosamente la capitale : “ quello che è restato in piedi è talmente conditionato che è fatto inhabitabele, conquassato et aperto da ogni canto sì che l'è paura a vederlo non che voler presumer de abitarlo E i ripari questa volta non sono davvero adeguati al bisogno : “ E sta refate sessanta caxe e botege — riferisce l’anno seguente il duca Alvise Rimondi — a certo modo con arpesi che durerano una età ,,(X>. Ed un forestiere che visita Candia nel 1512 e di cui altra volta abbiamo toccato, così si esprime : “ La città, per quanto si può conoscere, doveva essere nobilissima di abitazioni, le quali al presente in gran parte si ritrovano minate per il terremoto che fu addì 27 marzo a un’ora e mezza di notte del 1508, cosa in effetto a riguardanti di grandissimo terrore, vedendo tante case minate come si vedono, che ben si potrebbero assomigliare alla mina di Roma. Bene è vero che al presente ne sono alcune in parte restaurate, ma poche ; e di quante abitazioni erano nella terra e borghi, tutte ovvero rumarono, ovvero si risentirono, eccetto tre.... Ma non fu già gran meraviglia se così universalmente rumarono, perchè in luogo di calcina a fare i muri delle case pongono creta, e per questo minarono avendo alcun ritegno.... La strada dal porto fino alla porta che è in capo la piazza era nobilissima e larga, ma pare che quella abbia sentito maggior mina delle altre. E dotata di due borghi, uno tra gli altri grande e ben accasato. Le case tutte sono coperte a terrazzi, non sono colme come le nostre, ma tutte piane Questo delle terrazze che — in sostituzione del tetto — coprivano le case (*) V. A. S. : Senato Misti, LI, 156*. — Cfr. E. (*) M. Sanuto, I Diari cit., XI, 348. Gerland, Das Archiv cit., 63. (*) Viaggio di Domenico Trevisan descritto da Z. (*) M. Sanuto, I Diari, VII, 570. — Per altre Pagani, Venezia, 1875. — Anche per il terremoto notizie sui danni recati dal terremoto stesso alla città, del 1549 < bona parie delle case de questa città et borgo si veda F. Cornklius, Creta cit., II, 408 segg.; nonché se sono resentite et due cazute » (V. A. S.: Archivio la lettera riportata nel manoscritto 34 della biblioteca del Duca, Missive, 14 settembre 1549). civica di Verona. 26