44 III. - DESCRIZIONE DEL TERRENO E DELLE STRADE zandosi dalle roccie frastagliate di S. Servolo, profondamente incise alla testata del Rosandra, sin oltre Nugle. Di là il pendìo si fa meno declive e più accidentato, ed il ciglio dell’altipiano si decompone in tre o quattro terrazzi marcatissimi, che gradatamente innalzandosi si svolgono per Goregnavass a Brest, ove s’adagiano sulla massa calcare del M. Maggiore (1395m). Il quale meglio che un altipiano presentasi come un dosso gigantesco, coronato da una cresta di roccie frastagliate, che a S. si prolungano con eguale carattere orografico nella catena dei monti Caldera. Erta e serrata essa pure a guisa di muraglia tra il mare ed il bacino del lago di Cepich, questa catena tocca i suoi punti culminanti nelle vette di M. Bergut (891“), Kremeniak e Sissol (775™), e termina sul Quarnero al seno di Fianona. A mezzogiorno del territorio dei Cicci, dal fianco orientale del M. Maggiore e dei Caldera fino al golfo di Fiume, si estende la Liburnia, regione montuosa, fortemente ondulata e sassosa, che degrada con spessi abbassamenti e ripidi pendici verso il Quarnero. Collo squallore di codeste regioni fanno singolare contrasto i dossi e le lame collinose che spiccandosi dai fianchi carsici fra le testate del Rosandra e del Bogliunsiza si protendono sinuosamente verso il litorale occidentale della penisola istriana. Fra le valli del Rosandra e del Recca — che correndo generalmente poveri d’acqua, in letti fangosi di pochi metri verso il loro sbocco nel piano, fra rive basse ed erose, sfociano errando nelle loro alluvioni nel seno di Muggia — on-deggianocon tenue elevazione le colline di Caresana (120-150“), che poi s’innalzano sino alla balza di S. Servolo (402m). Coltivate fra Caresana e Prebenegg, a bassa marchia verso Doliina e sul ripido versante a Recca, terminano a S. Gio-