— 394 — La liberazione di Padova non interrompeva affatto l’attività del Comitato centrale veneto ; anzi tutto sperava esso che la guerra sarebbe continuata, quindi, come per lo innanzi, necessità di vigilanza, d’informazioni di rapporti a servizio del— 1’ esercito e con le città ancora occupate : secondariamente le bande dell’ alto Veneto non erano ancora completamente organizzate e abbisognavano di armi di munizioni di vesti e di danaro, e occorreva provve-dernele ad ogni costo ; era un impegno d’ onore a cui non si doveva assolutamente mancare. Di più, si sapeva che in città e nella campagna specialmente, circolavano agenti e spie austriache che, spesso camuffati da patriotti, lavoravano per il ritorno del cessato regime e di sotto mano provocavano malumori e disordini valendosi dei soliti mezzi di corruzione, d’intimidazione, di promesse e minaccie. Parecchi di costoro fin dai primi giorni erano