\ LIBRO Q_U ARTO. 171 Senato alla generofa rifolutione di perfiftere nella difefa. So* 1648 lamente fu fpedito Gio. Battiila Ballarmi, Segretario del Con-figlio de’ Dieci, a Coftantinopoli, non per negotiare la pace, Urini fpedi-ò portar nuove commilHoni al Soranzo, ma affine, che nel- " la ftretta captività fua lo confolafle, & affiftette. Il Ballari-ni, ftato altre volte alla Porta, pratico perciò del genio, e de’còftumi de’Turchi, havea in altri maneggi con pari felicità efercitato la lingua, e la penna, lafciando incerto , ie fuffe in lui maggiore 1’ habilità di comprendere, ò la defte-rità di operare . Nel refto tutto per la guerra fi provvedeva , armandoli galee, e vafcelli di nuovo, & efpedendofi danari , provvifioni, militie, quante con difficultà , e difpendio infinito fe ne potevano raccogliere, con perpetuo contrailo, per la diftanza de’ luoghi, col mare, co’ venti, con la necef-fità , niente meno, che co' nemici. Correva fama , che vo-leflero i Turchi, non ottenendo da Cefare il patto, tentarlo ,¡£5 JT per forza , e tener quella ftrada per venir nel Friuli , che Turchi,p» 1 t , 1 iti si t ottener da praticata altre volte, pare aperta dalla natura a barbari per Cefare u eccidio fatale d’Italia . Ma Cefare, inviato il Baron Smit alla p“f°u,"!Ì Porta, per confermare la pace , ifcanfava di rifpondere alle dimande de’ paffi , e la República ripofava ficura da quella parte per l’intereife, c’ hanno gli Auftriaci di ricufarli. Nel verno, non celarono nella Dalinatia le continue fcorrerie de’ scorrerie Morlachi, i quali penetrando per più giornate nel paefe de’ disípe-Turchi , faccheggiavan le terre , incendiavano le campagne {tturchffco--con afporto di bottino, e di fchiavi. Sopraggiungevano effi dov’ erano meno attefi, forprendendo nella ficurezza, e nel-l’otio i lontani, & hora con lo ftrepito rompevano i fonni, hora col fangue contaminavano i conviti, refi così terribili a tutti, che in ogni luogo, Se in ogni tempo a quei confinanti pareva di haverli prefenti. Il Fofcolo non haveva dif-caro, che a maggior prova di fede s’infieriifero vie più contra i Turchi ; e ne cavava profitto per le imprefe , che meditava , facendo in un luogo abbruciar le provifioni raccolte da’Turchi , in un’altro defolar il paefe. Uniti poi appretto Scardona, dov’egli fletto fi portò con Gio. Francefco Gior- # gio, Provveditor de’cavalli, e col Conte Ferdinando Scoti, KeZTf¿t ibi mila huomini, gli fpinfe a Dernis , cartello che domina un’