— 319 — stazione di gioia ; si sventolavano fazzoletti si mandavano baci ai soldati. Tutti gridavano, narra il Cantù, nella sua cronistoria « i xe arrivai » come di gente da lungo aspettata. In piazzetta le tre colonne si congiunsero e le truppe sfilarono insieme colla guardia cittadina davanti al Generale Thaon di Revel mentre le grida Viva all’Esercito si alternavano al grido «Viva l’Italia una ». Lasciati liberi i soldati di unirsi alla popolazione erano trascinati nei caffè, nella trattorie, nelle osterie, ammirati e baciati infiorati fatti segno ad ogni cortesia a rumorose commoventi manifestazioni d’ affetto. Era un vero e proprio sublime delirio patriottico che tutti aveva conquistato, anche i più calmi, e più freddi. I cittadini nell’ impeto della commozione si salutavano e si abbracciavano tra loro anche non conoscendosi, piangendo e ridendo nello stesso momento.