torità che il Comando dell’ esercito, come più tardi i Commissari regi delle provincie, riconosceva nel Comitato, come quello che per l’influenza sua grandissima sul popolo poteva ormai con un motto o una parola d’ ordine muoverlo o trattenerlo a suo talento. (1) (1) Questa influenza ebbe occasione di constatarla più tardi a Venezia, e di servirsene, il Commissario regio militare, generale Genova di Revel, incaricato dal nostro governo di ricevere in consegna il Veneto dal generale francese Leboeuf e dall’ austriaco Moering. « È cosa rimarchevole, scriveva egli, come durante tutte le fasi del nostro risorgimento, dal 1846 in poi, vi erano ordini, consegne, inviti, comunicati con rapidità elettrica, dati che non si sapeva da chi, e talvolta nemmeno perchè, eppui’e tutti vi obbedivano. La popolazione accorreva o si asteneva secondo la parola corsa. L’autorità austriaca fu sempre impotente davanti a queste dimostrazioni pacifiche, ordinate e numerose. Di tal sistema mi valsi facendo conoscere per mezzo di Memmo (il Noi). Dott. Marcello Memmo era membro del Comitato segreto di Venezia) e suoi affigliati ciò che il governo italiano desiderava dalle popo-polazioni.... » (« La cessione del Veneto » Milano, Dumolard, 1890, pag. 43).