Fig. 38 -Particolare del quadro del trionfo di Ferrante d'Aragona, con galere aragonesi ed angioine del 1465. terrotti anche di dodici ore, o senza intervalli se era necessarIO forzare l'an­datura, sotto il comando del comito ed il bastone dell' aguzzino che batteva il tempo sulle spalle nude: i liberi, detti per scherno bonevoglie, rifiuto soci~le che, per non aver trovato altro mestiere, si vendeva; i forzati, cioe i con­dannati comuni; gli schiavi, presi tra i nemici e, quasi sempre, tra i prigio­nieri d'altra religione. Sembra infatti che fino alla meta del cinquecento, quando gia nelle altre marinerie le galere forzate erano da tempo d'uso comune, Venezia avesse par­ticolari ragioni per conservare quelle condotte solo da cittadini liberi della Dominante e delle varie terre soggette, le quali dovevano fornire un numero proporzionato di remiganti secondo la loro popolazione. Ai tempi del Canal, quando l'agiatezza ed un più raifinato senso di civilta contrastavano al duro impiego di cittadini liberi sul remo, diminuito il contingente dei galeotti ve­