i66i Pe fi* Vitral* mili galli tur-tkefcbt ufi-fidi molti faldati, con lo fltflo Bafsà ¡ a lui ) Iofli-t ulto fuo figliuoli , 454 DELL* HISTORIA VENETA avvicinarli alla Canea groffo foccorfo di venti legni, che venivano d’ Aleifandria, tra i quali erano cinque, ò fei for-tiifime navi con mille cinquecento foldati ; andò alle Gra-bufe per coglier il vantaggio del vento, e quando s’avvicinarono , gl’ infeguì fin à tanto, che levatali folta nebbia, li perdè d'occhio. Non pertanto entrarono i Turchi nel porto, anzi nella nebbia lteífa confuí], e molto più intimoriti, fi difperfero in varie parti, alcuni feorrendo in Morea, & altri a Rhodi, sbarcando le provvigioni, e le genti. Un folo vafcello tramifehiatofi incautamente tra’ Venetiani, redò loro preda. Giunto poi a Cerigo il nuovo Capitan Generale, in-tefe eifer ufeito con cinquantotto galee Alì Mazzamamma, e che dodici di quelle de’ Bei fe gli eran congiunte. Egli pure invigorito dalle Maltefi, perche le Pontificie in quell’ anno non vennero, s* avviò con fei galeazze, e trenta galee a rintracciar l’inimico, e dopo grave burrafea, per cui convenne in porto di Suda falvarfi, udì, che in Scio fi trovava. Non corrilpondeva al numero de’legni Turchefchi il loro armamento, e la forza , impercioche havendo Alì richiedo alcune provvifioni, e rinforzi, l’haveva il Rè , minacciandolo , coilretto, ancorché mal fornito, a partirli ; anzi paifando fotto il Serraglio, e falutando , com’è folito, il Sultano, con i cannoni, e le voci, quelli battendo le mani, e con gedi, gli haveva fatto comprendere, che per ogni modo doveife combattere . Ma tant'è lontano , che il Bafsà d* efeguirlo penfaife , che,fcoperta l’armata de’Venetiani, fi ritirò .fotto la Fortezza nel più intimo receiìò del porto, al riguardo delle minaccie lontane prevalendo in lui il timore del vicino pericolo. Entrò poi nelle fue galee fierillìma pelle, che vi confumò molta gente ; non perdonando all’ ideilo Bafsà, a cui levò miferamente la vita. Suo figliuolo, rinforzate al meglio trenta galee, ufcì furtivamente per andar alla Porta, e chiedere il Generalato del Padre, e l’ottenne j onde ritornò accrefciuto di iei altre galee. I Vene* ti dando anch’ eili divifi, lafciarono, che il Provveditor del-l’Armata con una iquadra redaife a Scio per tener ferrati quei, eh’ erano in porto, & il Capitan Generale fi pofe alla caccia degli altri . Appreífo Tine dallo ilrepito che udì