tanto carattere e schiettezza di segno in quel bel piatto ispano-mòresco delle fornaci di Manises (figura 123), oggi al Victoria and Albert Museum di Londra, la quale va notata, non solo perche fra le pi u ~ustose testimonianze del genere, ma anche per i palesi rap­porti con taluni tipi di cui fanno fede anche· i nostri documenti. Basti il raf­fronto con quello che, sebbene deli­neazione sommaria e senza pretesa alcuna d'arte, risalta sopra una per­gamena genovese del 1465 dell' Ar­ Fig. 120 -Cocca di maniera, sullo sfondo del qua­dro della Corte d'Isabella d'Este di Lorenzo Costa, chivio di S. Giorgio (figura 124), che al Museo del Louvre. lo stesso D'Albertis non dimenticava nelle sue ricerche per ricostruire con tanta coscienza marinara la prima gloriosa flottiglia colombiana. Risalta invece fra gli esempi solo decorativamente rappresentativi della nave quattrocentesca, quell'arcuata e panciuta cocca, dall'immensa vela quadra piena di vento, che spicca fra le note composizioni dello Zodiaco scolpite in­torno al 1450 sui pilastri d'una delle cappelle di destra del tempio Malate­stiano di Rimini (figura 125). Ben piu convincente, per struttura e propor­zione, si rivela percio, ancora a Padova, nel coro della Basilica del Santo, quel veliero che appare in uno dei bronzei bassorilievi del Bellano (figura 127), dove si efficacemente e descritta la scena di Giona gettato nei flutti, da una · nave squassata dalla procella e colle alberature infrante, la quale, anche per evidenza plastica e gusto d'interpretazione, puo benissimo reggere il confronto con quella che nell'arca marmorea di S. Eustorgio di Milano ci faceva indu­giare sopra taluni caratteri piu salienti della marineria trecentesca. Ma le citazioni cominciano, come SI vede, a sovrabbondare man mano . che, addentrandoci nell'argomento, si procede nel quattrocento; cosi che sempre