LIBRO SEST O. 329 altri officiali di conto. Ma prima dell’arrivo del Mocenigo 1654 all’armata, «ccadè a'Dardanelli notabile incontro. Ritorna- xotMt to di Buda Amurat Bafsà per affumere il Generalato del mare, mentre volevano i popoli accoglierlo con applaufo, e ^ . . r • r • i> • • j- j- damili, le militie con pompa, egli per ìsfuggire 1 invidia, diverten- % do camino, entrò con pochi in Coftantinopoli 3 e portatoli alla cafa del Vifir per dimoftrar confidenza , s’era fubito applicato a follecitar i lavori dell’ Arfenale, e le provifioni per invigorire l’armata. Trattanto le navi Venete /correndo approdò Canea, havevano ingelofito di modo il Bafsà comandante , che per dubbio d’intelligenza obligò gli habitanti ad ufcir dalla Città , & alloggiar in campagna. Fortificò in oltre alcuni fiti del porto, invigilando a tutto con grand’at-tentione. Dodici vafcelli d’Aleffandria , che portavano in Canea poderofo fuffidio , incontrati da’Signori di Coulon-ges, e Cedran, Cavalieri di Malta Francefi con due navi da corfo, reftarono fconfitti, e difperfi. Tré furono prefi, quattro andarono a fondo, gli altri fi ruppero in terra. I Veneti andando a’ Cartelli, pacarono fiera burrafca , in cui tré navi perirono con tutte le genti, e co’Governatori, che furono Franccfco Civrano, Andrea EoIIani, e Marco Donato . Finalmente con fedici navi Giufeppe Delfino arrivò nel Canale , c con due galeazze, & otto galee , quelle comandate da Giacomo Gabrieli, e Girolamo Pefari} quefle da France-fco Morofini, Capitano del Golfo. Amurat con dolore fremendo di eifere flato da’ Veneti prevenuto , ufcì fubito da Coftantinopoli con quanto potè ftettolofamente raccogliere , che confifteva in quaranta due galee, fette maone, e ventiquattro navi. Di quefte la maggior parte era di Barbarefchi entrati volentieri nel Canale non folo per i comandamenti, e per i doni, co’ quali erano flati allettati, ma per il grido, e ftim» del Capitan Bafsà . Le altre erano de’ Chriftiani, co-ftrette in vece di merci a caricare militie. Il Bafsà desiderava fommamente di ufeire così per foftener la gloria del nome, come per ifchivar i pericoli della fua vita , poiché parten-dofi era flato dal Rè giovanetto minacciato di atrociffima morte fe non combattette, e vincefle . Riceveva pure gran fomento da ventidue galee de’ Bei, che, dato fondo fuori