< LIBRO TERZO. 117 giunfe 1’ avvifo, il Cardinale, che folo mirava a confondere 1646 i maneggi publici con le infinuationi private, il diede ad efagerare, non effere quefto un mezzo lincerò di pace , ma tratto infidiofo degli Spagnuoli per tentar la Reina , inge-loiìrne gli amici, e difcreditarla appreíío i fudditi fteilì . Rigettandolo perciò con ifdegno apparente , fece tuttavia nell’ iftefl'o tempo per il Marchefe Luigi Mattei, che in quei giorni pafsò per la Francia al Caftelrodrigo , Governatore de’paci! baili, fapere, che la pace potrebbe fta-bilirfi con più moderati partiti di quelli , che publicamente fi difeutevano in Munfter, fé prima le Corone con-veniflcro a parte de’ punti più importanti alla loro comune grandezza. Ma quando il Mattei deiidcrò di ritornar a Parigi, affine di ricavare il più precifo, & incamminar il trattato, il Cardinale coli ifteflo artificio gli negò i paf-faporti. In fatti continuavano i congreffi, non per ftabilirvi la pace, ma per trattener i popoli tra lo fplendor degli acquifti e le fperanze di quiete, inienfibili alle ferite, che gettavano fangue, & all’ importe, che fvenavano le borfe . Ogn’ una delle parti col negotio credeva di avantaggiare le armi , e coll’ armi inviluppare il negotio . L’ Am-bafeiator Contarmi infinuatofi con mirabile defterità , & ¿tir Amba. altrettanta patienza nel trattato di Cefare con gli Svedefi, c'onZi»i haveva poco meno , che aggiuftato il punto principale delle foddisfattioni pretefe dalle Corone. Quanto alla Fran- » la Svezia. eia, fuperata con eftrema fatica la renitenza di Trautme-ítorf, havevano confeguito i Mediatori , che a quella Corona reftaflero l’Alfatia, e la Brifgovia con le piazze importanti di JBrifac, e di Filipsburg. Ma per la Svetia fpun-tò il Contarmi ( non ingerendoli il Nuntio nelle cofe de’ Proteftanti ) che della Pomerania ulteriore con le piazze di Stetin, e di Vifmar, e de’ Vefcovati di Bremin, e Verden la Reina fi contentarte. Ne giovò poco, eh’ ella ufeifle di minorità in quefto tempo, poiché avvedutafi di edere tuttavia da'Tutori più opprefta, che governata, credè , per fottrarfi dal loro giogo, eííerle opportuna la pace. Ma eflendo il trattato in mano dell’ Oxenftern , figliuolo del Gran Cancelliere , che n era alieno, e 1’ armi in potere de’ Capitani da lui difi* ¡Siani TAL H 3 pcn-