39S DELL’ HISTORIA VENETA 1657 progetto, c quali fini fi occultaflero fotto lo fpeciofo velo di quiete, mandarono il Conte di Pignoranda per Ambafciator affiliente apprello il Rè di Ungheria, ma con aperta dichia-ratione di non tener egli alcuna facultà per la pace, che maneggiar fi doveva da’ ialiti Mediatori, che ad amendue le Corone di religione r d’affetto, e d’intereffi conformi, non pativano r eccettioni, che cader potevano in alcuni degli Elettori . Ma nello fpirar deli’ anno arricchita la caia di Spagna un Principe, con immenfo giubilo di tutti i fuoi Regni ,, mila corona, cefsò il dubbio, che non fi doveffe nel Rè d’Ungheria col-d, spagna. iocare ]a dignità dell’ Imperio ; ond’ egli fi conferì a Francfort, per indurre gli Elettori con la prefenza, e con altri foli ti „ e più. validi, mezzi ad ornarlo della Corona. Anno MDC LV11L 16 8 Ontento il Vifir di haver coll’acquiflo delle due Ifole confolato il popolo, e ¿ar'citta dominante, cominciò ad applicare l’animo ad altri difegni -Giorgio Ragotzi, Principe di Tranfilvama , c’haveva lafciato trafportarfi altre volte da vano defio di aggrandire lo Stato , hora indotto dagli Své-' defi, e d’alcuni malcontenti a fperar la Corona di Polonia, ilrefta lega con Carlo Guflavo , entrò in quel Regno nei cìoriit più rigido verno con quante forze gli venne fatto raccoglie-rc. Gli Svedefi delle fpoglie, e della Pruffia contenti, noa * (Vanito fi curavano di donar il reila n te a chi lo voleife. I Mofcovki 7i,pe7ifnL. n’ havevano una gran parte occupato ; i Tartari fotto fpe-cie d’ajuto defolavano tutto; & i nationali , ò difperati, ò> difperfi, non penfavano, che a cavar qualche profitto dalle ruine comuni. Così quel nobiliffimo Regno era fatto come un campo confufo di ilrage, e di preda non meno de’fuoi,, che degli ilranieri . Coltivava il Ragotzi l’amicitia de’Co-facchi , e teneva con vincoli forti uniti a sè i Principi di Valachia, e di Moldavia. E benche fapeffe che da’Turchi , e dagli Auflriaci approvar non fi potevano i fuoi difegni , nè# gradirfi i’ ingrandimento : credeva però gli uni ne’ pro-prii difordini involti r e gli altri nell’affare deli* elettione implicati . La fortuna forrife al principio de’ fuoi tentativi, ma con