1668 1 Turchi fono un-nofati dal lungo rom• iatttre. 563 DELL’HISTORIA VENETA nobile profe/Iìone, educati, particolarmente i Gianizzeri in efla da teneri anni, non hanno per vitto altro, che il fol-do del Rè, nè per mettieri, che l’ufo dell’ armi. Avvezzi all’obbedienza, & alla fatica, foffrono i di (agi, & incontrano i rifehi. Ben coperti di vettimenti s’ appagano di parco alimento, contenti di ciò, che la natura provida non fuol denegare, che a’paefi dall’ira del Cielo proferitti alle folitu-dini, & alle fiere. Stavano in contubernio a fei a fei fenza bifogno di ufeir dal loro porto, ogni una di quefte camerate havendo un’altro huomo, che fuppliva a’fervitii, & al-l’hore determinate portava il cibo alle guardie. Nè mancava la politia, e la mondezza, havendo fcavato gran fotte, che coll’ acque portavano fuori l’immonditie , fcaricandole in mare. Stanchi però, & annojati mormorarono alcune volte, &: alquanti Gianizzeri ammutinati fi ritirarono alle montagne j ma il Vifir prettamente ne li ritratte, e con la tetta di un capo frenò l’audacia degli altri. Rifolverono in qucfto tempo le militie di mandar un memoriale al Rè, e fupplicarlo di cambio, e follievo di sì lungo efercitio; ma egli , inte-fa con avveritene l’ittanza, rifpofe con ifdegno, che non penfaflero di goder mai altro ripofo, che dentro le mura di Candia, altrimenti fe più tardaifero a terminare l’impre-fa, verrebbe egli nel campo a punire i codardi, e correggere i negligenti. Così profeguivano nelle fatiche con rifolu-tion ottinata, ma benche al Sant’ Andrea filile larga la breccia, non però ardivano di tentarla, e tanto più, che ofler-vavano haver nell’ alto di ella i difenfori fabbricato una nuova muraglia. Penetravano però co’fornelli Tempre più nella fronte del baloardo, lafciando intiero l’orecchione , perche li cuopriva da’fianchi del Panigrà , e di San Spirito. Have-vano gli attediati avanzato due altri bonetti sù la contra-fcarpa. Ma non badandovi i Turchi, contra la porta, econ-tra la Scozzefe, raddoppiavano le diligenze. Il Cornaro non permetteva, che impuni avanzaflero qualfifìa patto. In quel-r anguftiifimo fpatio praticava* egli le fortite, che gli venivano dal luogo permette, e dopo alcune minori, una ne comandò più numerofa a’ quattro di Ottobre con mirabil’ effetto, poiché alcuni diacciarono da’ridotti il nemico,* altri fpia-